È ormai da un bel po’ di tempo che si discute in merito alla politica di YouTube sul linguaggio volgare e le bestemmie.
A novembre dello scorso anno, la piattaforma di condivisione video aveva introdotto delle modifiche che di fatto demonetizzavano i video che includevano imprecazioni e parolacce.
Tuttavia, in risposta alle forti critiche mosse da alcuni Content Creator, ora YouTube sta per certi versi tornando sui suoi passi.
A tal proposito, come riportato da The Verge e PhoneArena, la nuova policy adottata dalla piattaforma impediva la monetizzazione di video in cui veniva rilevato un linguaggio volgare nei primi 15 secondi, con alcune segnalazioni che facevano riferimento al fatto che il tutto veniva applicato anche ai videoclip più datati.
Adesso, invece, la stessa YouTube ha spiegato che: “abbiamo scoperto che la policy sulle volgarità ha portato a un approccio più rigoroso di quanto intendessimo“. Questa marcia indietro arriva in seguito alle succitate “proteste” di alcuni Content Creator relative al fatto che quel tipo di “controllo” fosse un po’ troppo rigoroso, per usare un termine scelto dalla stessa piattaforma.
Per questo motivo, in un video caricato sul canale YouTube Creator Insider viene spiegato che ora si cercherà di “allentare” la morsa.
In parole povere, anche se verranno rilevate parolacce e imprecazioni, i Content Creator potranno comunque guadagnare qualcosa dai contenuti in determinati contesti.
“I contenuti video che utilizzano parolacce – moderate o forti – dopo i primi sette secondi, saranno ora idonei per la monetizzazione, a meno che quei termini non vengano utilizzati ripetutamente per la maggior parte del video“, ha spiegato l’azienda.
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I creatori sicuramente apprezzeranno il cambiamento, ma le regole rimangono un po’ vaghe
Anche se i creatori saranno sicuramente soddisfatti della decisione di YouTube di annullare queste modifiche, almeno in parte, il linguaggio e le specifiche delle regole rimangono relativamente vaghe e potrebbero ancora portare a fraintendimenti o a video segnalati ingiustamente.
Quando politiche come queste sono ambigue, di solito i creatori hanno difficoltà a contestare il sistema di moderazione dei contenuti se ritengono che i loro video siano stati ingiustamente demonetizzati. Ad esempio, YouTube non ha condiviso un elenco che classifica le parole profane e le parolacce in base alla loro gravità. Questo lascia la decisione di cosa sia “moderato” o “forte” ai moderatori umani, che possono avere opinioni diverse sull’argomento.
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L’unica cosa certa, per il momento, è che i creatori che utilizzano ripetutamente un linguaggio volgare o imprecatorio nel corso dell’intero video saranno ancora soggetti alla demonetizzazione. Anche in questo caso, però, non è chiaro il livello di frequenza che la piattaforma riterrà eccessivo.
Nel frattempo, i contenuti che hanno ricevuto un’icona gialla di limitazione degli annunci o che sono stati considerati non ammissibili a causa di altre violazioni delle linee guida sui contenuti adatti agli inserzionisti manterranno questo status anche se non sono state usate parolacce e imprecazioni durante il video.
Tuttavia, YouTube ha affermato che entro il 10 marzo 2023 rivedrà ed esaminerà tutti i video che sono stati “colpiti” dal precedente aggiornamento.