Giovedì la casa madre di WhatsApp, Meta (META.O), è stata multata per 5,5 milioni di euro (5,95 milioni di dollari) dal Data Privacy Commissioner (DPC) irlandese, il principale regolatore della privacy dell’UE, per un’ulteriore violazione delle regole del GDPR sulla trasparenza.

Il DPC ha anche chiesto all’app di messaggistica istantanea di rivalutare il modo con cui utilizza i dati personali per migliorare il servizio, a seguito di un ordine simile emesso questo mese nei confronti delle altre principali piattaforme di Meta, Facebook e Instagram.

Un portavoce di WhatsApp ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione e che crede fermamente che il modo in cui il suo servizio opera sia tecnicamente e legalmente conforme.

L’autorità di vigilanza irlandese, che è il principale regolatore dell’UE per molte delle più importanti aziende tecnologiche del mondo a causa dell’ubicazione delle loro sedi europee in Irlanda, ha ordinato a WhatsApp di rendere conformi le sue operazioni di trattamento dei dati personali entro sei mesi.

Tuttavia questa non è la prima stangata che il colosso di Zuckerberg riceve dall’UE: nel settembre 2021 la società era stata multata per 225 milioni di euro dalla Irish Data Protection Commission per non aver integrato funzioni e modalità volte a proteggere i numeri di telefono e gli altri dati personali degli utenti dalla possibilità che fossero coinvolti in azioni di “scraping” da parte di altri siti web.

Fino a oggi l’autorità di regolamentazione ha multato Meta per 1,3 miliardi di euro e ha altre 10 indagini aperte sui suoi servizi.

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