In occasione del prossimo incontro con le autorità italiane per la Protezione dei Dati Personali, OpenAI ha in programma di proporre delle misure per porre rimedio alle preoccupazioni che hanno portato al divieto di utilizzo del suo chatbot ChatGPT in Italia la scorsa settimana.

Il Garante italiano ha accusato la startup californiana, sostenuta dal colosso tecnologico Microsoft (NYSE: MSFT), di uso illegittimo di dati personali allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma, e di non aver verificato l’età degli utenti per accertarsi che avessero più di 13 anni.

Il GPDP ha dichiarato di non avere intenzione di frenare lo sviluppo dell’IA, ma ha ribadito l’importanza di rispettare le leggi a tutela dei dati personali dei cittadini italiani ed europei.

In una videoconferenza tenutasi nella tarda serata di mercoledì 5 aprile, in cui era presente anche il CEO Sam Altman, OpenAI si è impegnata a essere più trasparente sul modo in cui gestisce i dati degli utenti e ne verifica l’età.

Durante l’incontro l’azienda californiana ha dichiarato che invierà al Garante un documento sulle misure che intende adottare per rispondere alle sue richieste e, una volta ricevuto, l’autorità per i dati personali valuterà le proposte avanzate da OpenAI.

Dopo l’accusa mossa dall’Italia, anche le autorità garanti dei dati personali di Francia, Germania e Irlanda starebbero valutando la possibilità di vietare al software di AI la raccolta dei dati dei cittadini, sulla stessa linea di quanto già fatto dal GPDP italiano e dal Garante per la privacy canadese.