L’incalzante sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) negli ultimi anni ha catturato l’attenzione di numerose aziende e istituzioni finanziarie, favorendo l’adozione mainstream di chatbot come ChatGPT di OpenAI e Google Bard.
In questo contesto, l’ultimo colosso del settore informatico a salire sul carro dell’IA è IBM, che sta utilizzando l’intelligenza artificiale per automatizzare i task delle risorse umane e consentire ai dipendenti di concentrarsi su lavori più specifici che richiedono un approccio umano.
In una recente intervista a Fortune, il responsabile delle risorse umane Nickle LaMoreaux ha dichiarato che IBM ha sviluppato una serie di strumenti basati sull’IA per aiutare le aziende a funzionare in modo più efficiente e preciso.
Un esempio è AskWatston, un assistente virtuale per i benefit che risponde alle domande dei dipendenti sulle policy relative alle ferie in base a dati quali la permanenza in azienda, l’ubicazione e i giorni già utilizzati.
IBM sta utilizzando l’intelligenza artificiale anche per la valutazione delle prestazioni, per analizzare i dati relativi alla produttività passata, alle competenze, alla formazione e alla durata del rapporto di lavoro.
In questo modo i manager risparmiano tempo da investire nel coaching dei dipendenti su come migliorare e massimizzare l’avanzamento di carriera.
Complessivamente, negli ultimi 18 mesi il reparto HR dell’azienda ha risparmiato quasi 12.000 ore di lavoro grazie all’automazione di sistemi che in precedenza richiedevano uno scambio di informazioni tra manager e dipendenti, fornendo alle risorse umane più tempo per concentrarsi sulle cose che contano.
“In questo momento abbiamo più di 280 diverse automazioni IA in funzione all’interno delle risorse umane“, ha detto LaMoreaux, aggiungendo: “L’aspetto positivo è che questa tecnologia rende le HR più umane, perché dedichiamo il nostro tempo alle cose che contano“.
L’IA potrebbe sostituire 7.800 posti di lavoro in IBM
Se da un lato l’utilizzo dell’IA ha permesso a IBM di concentrarsi sulle attività produttive che generano profitti, dall’altro potrebbe comportare la perdita di 7.800 posti di lavoro in ruoli di back-office, tra cui le funzioni HR che l’IA potrebbe svolgere.
A maggio, l’azienda ha infatti sospeso le assunzioni relative alle funzioni di back-office per concentrarsi sulla formazione dei dipendenti in materia di IA e sulla preparazione dei giovani talenti per far fronte alle esigenze del futuro.
“Non vogliamo assumere un gruppo di persone e poi scoprire che gran parte del loro lavoro viene sostituito dall’IA.” – ha osservato LaMoreaux – “Siamo cauti. Stiamo mettendo in pausa alcune mansioni, in modo da poter spostare l’attenzione sulle assunzioni che generano profitti e sviluppano nuovi prodotti“.
Nel frattempo, il World Economic Forum ha rilevato che l’IA potrebbe influenzare il 40% di tutte le ore lavorative, con i ruoli impiegatizi e di segreteria che potrebbero subire un rapido declino.
Per preparare i dipendenti all’IA, LaMoreaux suggerisce alle aziende di fornire programmi di formazione e aggiornamento ben prima del momento del licenziamento e di essere trasparenti sulla strategia aziendale relativa all’intelligenza artificiale.
Inoltre, IBM sta promuovendo le assunzioni basate sulle competenze nel settore tecnologico, con oltre il 50% dei posti di lavoro negli Stati Uniti che non richiede una laurea.
L’azienda valuta i candidati in base a nuovi fattori, come la capacità di lavorare a fianco dell’IA e di modelli linguistici di grandi dimensioni, di porre le domande giuste, di ricavare l’analisi corretta e di capire cosa vale la pena automatizzare.
“Stiamo scoprendo che le persone che possiedono alcune di queste competenze in materia di IA e automazione le hanno acquisite attraverso canali non tradizionali. Magari hanno frequentato corsi all’università o programmi di addestramento online. Alcuni hanno acquisito queste competenze in ambito militare“, ha spiegato.
LaMoreaux ha poi aggiunto che, a suo avviso, ogni azienda diventerà un’azienda tecnologica e sarà influenzata dall’IA.
Secondo Goldman Sachs l’IA potrebbe costare 300 milioni di posti di lavoro
In un rapporto di aprile, il leader mondiale dell’investment banking Goldman Sachs ha affermato che l’ascesa dell’IA generativa porterà a un’impennata nell’automazione dei compiti, che potrebbe coinvolgere fino a 300 milioni di posti di lavoro solamente negli Stati Uniti.
Il report sostiene che l’IA generativa, con effetti macroeconomici potenzialmente importanti, è destinata a sconvolgere il mercato del lavoro globale e ad avere un impatto su un’ampia gamma di aziende in diversi settori.
In particolare, la nuova tecnologia esporrebbe all’automazione due terzi dei posti di lavoro a tempo pieno negli Stati Uniti, con il 50% del loro carico lavorativo che verrà sostituito dall’IA.
La banca d’affari ha poi osservato che l’adozione diffusa dell’IA potrebbe aumentare del 7% il valore totale dei beni e dei servizi creati a livello mondiale nei prossimi 10 anni.
Goldman sostiene anche che, storicamente, lo spostamento di lavoratori a causa dell’automazione è stato compensato dall’emergere di nuovi posti di lavoro che rappresentano la maggior parte della crescita occupazionale nel lungo periodo.
Ha poi ricordato che un recente studio dell’economista David Autor ha rilevato che il 60% della forza lavoro è impiegata in occupazioni che non esistevano nel 1940.
“Ad esempio, le innovazioni tecnologiche nel campo dell’informazione hanno introdotto nuove professioni come i progettisti di pagine web, gli sviluppatori di software e i professionisti del marketing digitale“, ha spiegato la banca.
Ciò significa che oltre l’85% della crescita occupazionale degli ultimi 80 anni è stata resa possibile dalla creazione di nuovi posti di lavoro guidata dalla tecnologia.
—
Wall Street Memes (WSM) - La nuovissima meme coin
- Comunità di 1 oltre milione di follower
- Fondata da esperti in progetti NFT
- Prevendita live - wallstmemes.com
- Raccolti $ 300.000 il giorno del lancio