La Borsa di Hong Kong ha aperto la seduta di stamattina – lunedì 10 luglio – in forte rialzo, sulla scia delle multe comminate lo scorso venerdì dalle autorità cinesi di regolamentazione a carico di Ant Group e Tenpay, le due compagnie fintech di Alibaba e Tencent.

Quest’ultimo sviluppo è stato visto come un segnale della fine dello scontro tra Pechino e le aziende hi-tech del Dragone, che da parecchi mesi stanno affrontando un ulteriore giro di vite normativo sul settore tecnologico del Paese.

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Ant Group e Tencent multate dalle autorità finanziarie cinesi

Venerdì, la Banca Centrale cinese (Pboc) ha annunciato sanzioni contro Ant Group, affiliata del colosso dell’e-commerce Alibaba fondato da Jack Ma, per quasi un miliardo di dollari (7,12 miliardi di yuan) a causa di “atti illegali“, e contro la più piccola rivale Tencent per altri 415 milioni.

In una nota, la People’s Bank of China sottolinea che la misura è stata presa in risposta alle violazione di leggi e regolamenti di Ant Group e delle sue controllate “in tema di governance societaria, protezione dei consumatori, partecipazione ad attività commerciali di istituti bancari e assicurativi, attività di pagamento e regolamentazione, adempimento degli obblighi di anti-riciclaggio e sviluppo di attività di vendita di fondi negli ultimi anni“.

Ant Group era sotto osservazione dalla fine del 2020, quando le autorità cinesi ne impedirono la quotazione in Borsa a Shanghai e Hong Kong a sole 36 ore dall’IPO che avrebbe battuto ogni record, e avviarono indagini sul braccio fintech del gigante dell’e-commerce cinese Alibaba.

Sulla scia della notizia relativa alla multa per Ant Group a chiusura delle indagini, il titolo Alibaba è salito alla Borsa di Hong Kong, dove ha chiuso in rialzo del 3,44%, mentre le azioni quotate a Wall Street hanno guadagnato il 3,4% circa nel premarket.

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La fine delle strette sul settore tecnologico cinese

Secondo l’agenzia di stampa britannica Reuters, la multa segna un passo fondamentale verso la conclusione del giro di vite della Cina sulle imprese private, processo iniziato con l’annullamento dell’IPO di Ant Group e proseguito con la cancellazione di miliardi dal valore di mercato di diverse società.

Il rialzo delle azioni quotate a Hong Kong dell’affiliata di Ant, il gigante dell’e-commerce Alibaba Group, riflette quindi le speranze degli investitori per la fine di un ciclo di strette e l’inizio di una fase di crescita.

Le mosse del governo cinese per finalizzare le sanzioni, chiarire le proprie aspettative e tracciare chiari confini di conformità sono fondamentali per stabilizzare la fiducia del settore privato“, ha dichiarato Rukim Kuang, fondatore di Lens Consulting con sede a Pechino.

Oltre ad Ant, le autorità cinesi hanno multato anche Tenpay, la piattaforma di pagamento online di Tencent, per quasi 3 miliardi di yuan (414,88 milioni di dollari) in merito ad aspetti come la gestione dei dati dei clienti.

Venerdì, la People’s Bank of China (Pboc) ha dichiarato che la maggior parte dei problemi principali delle attività finanziarie delle piattaforme sono stati risolti e che le autorità di regolamentazione si concentreranno ora sulla regolamentazione generale del settore piuttosto che su società specifiche.

Riteniamo che questo annuncio rappresenti una pietra miliare per la creazione di un ambiente normativo regolare, chiaro e visibile per le società operanti su internet in Cina“, hanno scritto gli analisti di Huatai Research in una nota ai clienti.

Ridimensionata la valutazione di Ant Group

Domenica Alibaba, che ha scorporato Ant 12 anni fa e ne detiene il 33%, ha dichiarato che sta valutando se procedere al riacquisto che prevede il trasferimento di azioni a un piano di incentivi per i dipendenti.

La società ha altresì precisato che i principali azionisti di Ant, Hangzhou Junhan Equity Investment Partnership e Hangzhou Junao Equity Investment Partnership, che detengono collettivamente più del 50% delle azioni per conto dei dirigenti e dei dipendenti della società, non parteciperanno al riacquisto.

Nel frattempo, Ant ha dichiarato di aver proposto di riacquistare fino al 7,6% delle sue partecipazioni ad un prezzo che rappresenta una valutazione di circa 78,5 miliardi di dollari.

Questo rispetto alla valutazione di 315 miliardi di dollari del 2020 per quella che avrebbe dovuto essere la più grande IPO del mondo, se non fosse stata bloccata all’ultimo minuto dalle autorità di regolamentazione cinesi.

Il riacquisto sarà una delle prime opportunità per gli investitori di Ant che hanno partecipato ai tre round di finanziamento dal 2015 al 2018 di vendere l’azienda.

Secondo il prospetto dell’IPO 2020, i maggiori investitori onshore di Ant sono stati il National Council for Social Security Fund, Zhifu Invstment Centre, Shanghai Zhongfu Equity Investment Management Center e China Life Insurance.

La PBOC ha dichiarato venerdì che Ant e le sue filiali hanno violato leggi e regolamenti in aree quali la governance aziendale, la protezione dei consumatori e gli obblighi antiriciclaggio, annunciando una delle più grandi multe mai comminate a una società internet cinese.

La sanzione definitiva potrebbe spianare la strada ad Ant per ottenere una licenza di holding finanziaria, aumentare il suo tasso di crescita e infine rilanciare i suoi piani per una quotazione in borsa.

Tuttavia, gli analisti dubitano che il gruppo venga quotato in borsa nel prossimo futuro.

Secondo l’azienda, il motivo del riacquisto è fornire liquidità agli investitori esistenti e attrarre e trattenere persone di talento attraverso incentivi ai dipendenti.“, ha dichiarato Oshadhi Kumarasiri, analista di LightStream Research. “Ant avrebbe potuto raggiungere entrambi gli obiettivi attraverso l’IPO che è stata messa da parte“.

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