Il famoso rivenditore di moda online Zalando ha avviato un’azione legale presso la Corte di giustizia dell’UE per contestare la propria denominazione da parte della Commissione europea come “Very large online platform” (Vlop) ai sensi della Legge sui servizi digitali (Digital services act – Dsa).
Questa designazione fa scattare regole specifiche volte ad affrontare i rischi sistemici che si presume comportino i servizi online di grandi dimensioni per i cittadini europei e la società in generale, ha spiegato l’azienda in una nota.
“Sosteniamo il Digital Services Act e i suoi obiettivi, ma la Commissione europea ha interpretato erroneamente i numeri dei nostri utenti e non ha riconosciuto il nostro modello di business, basato soprattutto sul retail“, ha aggiunto Zalando.
Nel commentare l’azione legale, il co-chief executive officer Robert Gentz ha specificato che il numero di visitatori europei che acquistano dai loro partner è di gran lunga inferiore rispetto alla soglia fissata dal Dsa per essere considerati una “Very large online platform”.
In altre parole, Zalando contesta la disparità di trattamento causata dall’assenza di una metodologia chiara e coerente per valutare se un’azienda è effettivamente una Vlop, ovvero una piattaforma di grandi dimensioni.
Inoltre, l’azienda tedesca sostiene che la Commissione europea non ha tenuto conto della natura ibrida del proprio modello di business, che non presenterebbe alcun “rischio sistemico” di diffusione di contenuti dannosi o illegali da parte di terzi.
A seguito della notizia relativa al ricorso presso la Corte di Giustizia europea, il titolo Zalando è salito del 2%, scambiando intorno ai 27,7 euro a metà seduta.
Almeno un anno per la risposta della Corte di Giustizia europea
La decisione di presentare ricorso alla Corte di giustizia europea arriva dopo che i colloqui tra la società e la Commissione europea non hanno avuto un esito positivo.
Inoltre, dal momento che il Dsa non prevede alcun meccanismo di ricorso, le tempistiche per ottenere una prima risposta dalla CGUE potrebbero rivelarsi piuttosto lunghe, andando da un minimo di un anno a un massimo di 18/24 mesi.
In attesa del giudizio, Zalando dovrà inoltre adattarsi alla compliance prevista dal Digital Services Act entro la fine agosto, una procedura complessa che, però, non dovrebbe comportare elevati costi finanziari.
Pertanto, la scelta di Zalando di presentare ricorso non è dettata da una mera questione economica, quanto piuttosto dalla volontà di non essere equiparati ai grandi social network in vista di futuri regolamenti europei relativi alle Vlop, che potrebbero imporre una serie di limiti. Un esempio può essere l’AI Act, che inserisce le piattaforme definite Vlop tra quelle ad alto rischio, con conseguenti limitazioni ulteriori.
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