Questa settimana, la piattaforma americana per le newsletter Substack ha annunciato una nuova funzione chiamata “Notes“, che consentirà agli utenti di pubblicare brevi post contenenti frasi, citazioni, semplici reazioni, immagini e link.

Le note avranno una scheda dedicata, separata dai contenuti più lunghi di Substack, e il formato di base sembra volutamente ispirato a Twitter.

Ogni post può infatti essere apprezzato, replicato e ricondiviso, proprio come i tweet, e ci saranno anche schede separate sia per le pagine a cui si è iscritti sia per i contenuti della propria “rete estesa di Substack”, in modo simile alla struttura “Following” e “For You” di Twitter.

Di conseguenza “Notes” è diventato una nuova preoccupazione per Elon Musk, che ha provato a ostacolarne la promozione su Twitter e a bloccare alcune funzionalità della piattaforma rivale, facendo sorgere dubbi e preoccupazioni sul modo in cui controlla la libertà di espressione degli iscritti al proprio social network.

Nel loro post sul blog che illustra la nuova funzione, i cofondatori di Substack Chris Best, Hamish McKenzie e Jairaj Sethi sono stati rapidi nel differenziare Notes da Twitter, richiamando l’attenzione in particolare sul loro modello di guadagno.

Mentre Twitter è gratuito (a meno che non si voglia la spunta blu di verifica) e gli scrittori non ricevono alcun compenso finanziario diretto per i loro contributi, Substack rimane basato sull’abbonamento. Piuttosto che puntare alla viralità fine a se stessa, il Team di Substack sostiene che gli abbonamenti forniscono un vero e proprio incentivo a pubblicare contenuti di qualità, in quanto le note aiuteranno gli autori a convertire “i lettori occasionali in abbonati paganti“.

La risposta di Twitter a Notes di Substack

Notes è stato messo a disposizione di tutti gli utenti di Substack martedì 11 aprile, ma le anticipazioni sulla nuova funzione circolavano già da tempo ed erano arrivate anche a Musk, che evidentemente non aveva gradito la novità.

Il 6 aprile scorso alcuni utenti di Twitter avevano iniziato a segnalare che i link condivisi verso le pagine di Substack non funzionavano e che il nuovo servizio per le newsletter era sostanzialmente irraggiungibile dal social network.

Twitter non ha fornito nessuna spiegazione né confermato che fosse attivo un blocco vero e proprio, ma dopo il moltiplicarsi delle segnalazioni Substack si è vista costretta a pubblicare un tweet con il quale indicava di essere a conoscenza del problema, alludendo alle limitazioni imposte dalla piattaforma di Musk verso i suoi utenti.

Il giorno seguente, Musk ha risposto alle segnalazioni affermando che i link di Substack non sono mai stati bloccati da Twitter. Nello stesso tweet ha anche accusato la piattaforma rivale di aver iniziato a raccogliere una grande quantità di dati da Twitter in vista del lancio di quello che ha definito il suo “clone” (cioè Notes).

Domenica 9 aprile Substack ha poi pubblicato un nuovo tweet affermando di essere “felice di vedere che la limitazione dei post relativi a Substack pubblicati su Twitter sembra essere finita“.

Tuttavia, sebbene la possibilità di linkare i contenuti ospitati sulla piattaforma fosse stata ripristinata, nel frattempo Twitter aveva introdotto una nuova limitazione alla ricerca della parola “Substack” attraverso il proprio motore di ricerca interno: il sistema mostrava tutti i tweet contenenti genericamente la parola “newsletter”, rendendo pressoché impossibile la ricerca di contenuti specifici.

Ora la ricerca sembra funzionare normalmente, ma le limitazioni applicate e poi rimosse da Twitter nei confronti di Substack negli ultimi giorni indicano come Notes sia poco gradito da Musk.

La nuova funzione è stata presentata come una sorta di sistema per condividere brevi comunicazioni a chi segue le newsletter della piattaforma, ma ricorda effettivamente molto Twitter, con il vantaggio di essere meno caotica, almeno in questa fase iniziale dove viene utilizzata ancora da un numero limitato di utenti.

Su Notes i “like” funzionano esattamente come su Twitter, o su altri social network simili, e c’è la possibilità di ricondividere un contenuto con un “restack” che ricorda molto il “Retweet”, così come è disponibile una funzione per aggiungere un commento a un post ricondiviso, proprio come avviene con il “Cita tweet” di Twitter.

È ancora presto per valutare l’impatto che Notes potrà avere sul social di Elon Musk, che esiste ormai da 17 anni e vanta una base di utenti molto più ampia.

Tuttavia, è anche vero che la piattaforma sta faticando ad attirare nuovi utenti e a mantenere quelli che ha, soprattutto da quando Musk ne è il proprietario. Le sue dichiarazioni spesso discutibili, il licenziamento di migliaia di dipendenti con pochissimo preavviso e i numerosi cambiamenti annunciati e solo in parte realizzati su Twitter hanno allontanato molti iscritti, così come hanno spinto numerose aziende a ridurre la loro pubblicità, facendo diminuire la primaria fonte di ricavo del social network.

In una recente intervista alla BBC, Musk ha detto che la piattaforma è quasi “in pareggio” poiché la maggior parte dei suoi inserzionisti sta tornando in patria, ma non ha fornito molti altri dettagli al riguardo.