Stando a quanto riportato da alcuni documenti visionati da Reuter, l’azienda automobilistica americana Tesla (TSLA) starebbe riducendo la produzione della sua Gigafactory di Shanghai, mentre le aziende cinesi lottano per superare una nuova ondata di casi Covid dopo che il governo ha allentato le restrizioni per contenere la pandemia.
Anche se lo stop era previsto, Tesla lo ha anticipato sospendendo le attività già dalla mattina del 24 dicembre. Secondo una nota interna, la produzione riprenderà il 3 gennaio e proseguirà per 17 giorni fino al 19 gennaio. Successivamente, l’azienda prevede di sospendere le attività produttive per altri 12 giorni, dal 20 al 31 gennaio.
Questa pausa coincide con il capodanno cinese, che si celebrerà il 22 gennaio 2023. Non si tratta di pause abituali per Tesla e non è ancora chiaro il motivo per cui l’azienda stia adottando un simile programma.
La notizia arriva pochi giorni dopo che alcune fonti hanno riferito ai giornalisti di Reuters che Tesla avrebbe sospeso la maggior parte delle attività all’interno del suo stabilimento di Shanghai durante l’ultima settimana di dicembre. Anche in quell’occasione non era stato fornito alcun motivo per questa pausa inaspettata.
La Cina affronta una nuova ondata di contagi dopo aver abbandonato la politica “zero-Covid”
Di recente la Cina ha alleggerito le restrizioni imposte nell’ambito della politica “zero-COVID”. Già a giugno, il governo aveva ridotto della metà la durata della quarantena obbligatoria per i viaggiatori in arrivo, da 21 a 10 giorni.
Ora il periodo di quarantena obbligatorio è di 5 giorni presso una struttura centralizzata, più altri tre di monitoraggio nel proprio domicilio. Il gigante asiatico ha inoltre annunciato che dall’8 gennaio 2023 ci sarà lo stop alla quarantena per i viaggiatori in arrivo nel Paese, i quali dovranno solo mostrare l’esito negativo di un tampone molecolare effettuato 48 ore prima della partenza.
Le restrizioni avevano tagliato fuori il Paese dal resto del mondo per quasi tre anni e questo nuovo allentamento viene visto come uno dei passi più significativi verso la riapertura.
A risentire della politica cinese “zero-Covid” sono state soprattutto le aziende che, a causa delle restrizioni a carico dei viaggiatori, hanno incontrato numerose difficoltà nel far arrivare i tecnici, il personale e i dirigenti necessari per mantenere le loro attività in funzione.
Nel frattempo, l’allentamento delle restrizioni ha avuto le sue conseguenze per numerose province cinesi, poiché il numero di pazienti ricoverati che necessitano di cure urgenti è salito alle stelle e alcune località faticano a servire la popolazione.
“Nelle province che attualmente registrano un’elevata richiesta di cure intensive, si sta raggiungendo la soglia critica di posti letto e risorse disponibili per le unità di terapia intensiva“, ha commentato Jiao Yahui, direttore del Dipartimento Affari Medici della Commissione sanitaria nazionale cinese.
Anche le aziende che operano nel Paese, tra cui Tesla, stanno lottando per far funzionare le cose, dato che molti lavoratori si stanno ammalando e trovare un sostituto, soprattutto per i lavori altamente specializzati, non è un’impresa facile.
Durante il terzo trimestre del 2022, Tesla ha prodotto 19.935 unità di Model S/X e 345.988 unità di Model 3/Y. Secondo le stime, quest’anno lo stabilimento Gigafactory di Shanghai avrebbe prodotto oltre 700.000 auto elettriche, ossia la metà della produzione annuale totale dell’azienda.
Il monitoraggio del COVID in Cina rimane una sfida
Sebbene la decisione di mette in pausa la produzione nella Gigafactory di Shanghai non sia catastrofica per Tesla, evidenzia comunque le sfide che l’azienda sta ancora affrontando per mantenere la rotta nel Paese asiatico. Nel frattempo, il governo potrebbe essere costretto a reintrodurre le restrizioni che ha abolito se il numero di casi Covid continuerà a salire con la stessa velocità delle ultime settimane.
I dati sulla pandemia in Cina sono considerati inaffidabili a causa della mancanza di trasparenza da parte del governo. Alcune fonti, come Worldometers, indicano che il numero di casi giornalieri è tornato a crescere dopo un breve calo a metà dicembre, con 2.983 nuovi casi segnalati solo il 25 dicembre.
Nel frattempo, i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 28.493 nuovi casi, mentre il tracker COVID del New York Times ha evidenziato che il 25 dicembre sono stati segnalati zero nuovi casi.
In questa stessa data, la Commissione nazionale per la salute (NHC) ha comunicato che smetterà di pubblicare le statistiche relative ai casi e ai decessi legati al COVID-19. La tempistica di questa decisione coincide con quella della Cina di alleggerire le restrizioni della politica “zero-COVID”, ma l’impatto di questa scelta è considerato limitato poiché i dati provenienti dall’NHC sono stati in gran parte considerati falsi o imprecisi.
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