A poco più di una settimana dal suo arresto alle Bahamas, il fondatore dell’ormai fallito exchange di criptovalute FTX, Sam Bankman-Fried, ha firmato i documenti di estradizione, accettando di essere estradato negli Stati Uniti.

Secondo le ultime indiscrezioni, l’aereo che trasportava il famigerato “boss delle criptovalute” sarebbe già atterrato negli Stati Uniti e nella giornata di oggi (22 dicembre) il trentenne americano dovrebbe comparire in tribunale a New York City. In caso di condanna per tutti i capi d’accusa, SBF potrebbe finire in carcere fino a 115 anni.

Oltre a essere il principale responsabile del gigantesco fallimento di FTX e delle conseguenti perdite miliardarie degli investitori, le autorità statunitensi lo hanno accusato di cospirazione, frode finanziaria e riciclaggio di denaro.

Separatamente, la Securities and Exchange Commission ha accusato SBF di aver “orchestrato un piano per frodare gli investitori azionari di FTX”. Il presidente della SEC Gary Gensler ha dichiarato:

Sosteniamo che Sam Bankman-Fried abbia costruito un castello di carte basato sull’inganno mentre diceva agli investitori che era uno degli exchange di criptovalute più sicuri e affidabili. La presunta frode commessa dal signor Bankman-Fried è un chiaro appello alle piattaforme crittografiche a conformarsi alle nostre leggi“.

Dopo l’arresto, SBF è stato detenuto nel reparto medico di Fox Hill, l’unica prigione delle Bahamas, nota per essere sovraffollata e avere condizioni igieniche precarie, ma dopo solo una settimana di permanenza ha firmato senza indugi i suoi documenti di estradizione, spiazzando persino i suoi avvocati.

In passato, Sam Bankman-Fried ha costantemente negato le accuse di frode, affermando: “Non ho commesso consapevolmente una frode, non credo di aver commesso una frode, non volevo che accadesse nulla di tutto ciò. Certamente non ero così competente come pensavo di essere“.

Tuttavia l’attuale CEO di FTX, John Ray III, incaricato di amministrare la società durante la procedura fallimentare, ha testimoniato davanti alla commissione per i servizi finanziari della Camera degli Stati Uniti la scorsa settimana, dichiarando senza alcun dubbio che non c’era modo che SBF o il senior management non sapessero dell’uso improprio dei fondi degli utenti.

Il trentenne americano ha anche incolpato un misterioso “sparring partner” per aver avuto un ruolo nella catastrofe di FTX, con molti che hanno supposto che poteva trattarsi del CEO di Binance Changpeng Zhao. Quest’ultimo ha subito respinto le voci, definendole pura speculazione ed esortando SBF ad andare in tribunale e “iniziare a rispondere alle domande” invece di creare drammi con post fuorvianti su Twitter.

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