Secondo un nuovo sondaggio, il 71% delle persone con un patrimonio netto elevato ha deciso di investire in Bitcoin e in altre criptovalute.

Il report è stato realizzato dalla società di consulenza tecnologica Capgemini che ha intervistato circa 3.000 persone di cui il 54% ha un patrimonio che va da 1 a 30 milioni di dollari e il restante 46% ha un patrimonio di oltre 30 milioni di dollari.

Quali sono stati i risultati di questo sondaggio? Scopriamoli nelle prossime righe.

Il 71% dei ricchi investe in crypto

Capgemini

Il sondaggio aveva l’obiettivo di ottenere informazioni riguardanti la preferenza di investimento per gli asset emergenti come crypto, NFT e altri prodotti relativi al metaverso. Il risultato è che più di 9 persone su 10, in una fascia di età sotto i 40 anni, ha deciso di investire in queste nuove opportunità, focalizzando la propria attenzione specialmente sulle criptovalute.

Tuttavia, le crypto non costituiscono la maggior parte dei portafogli, raggiungendo solamente il 14% degli investimenti alternativi che includono anche commodities, forex, private equity e hedge fund. Nel complesso, Capgemini ha anche osservato che il settore della gestione patrimoniale ha avuto un vero e proprio decollo negli ultimi anni, registrando maggiori investimenti ma anche una crescita nella domanda di formazione.

Questa è, a tutti gli effetti, la nuova sfida da parte delle società coinvolte nel settore che devono offrire opportunità di formazione per fidelizzare la clientela. È il caso di Morgan Stanley che ha introdotto la possibilità di investire in Bitcoin. Stesso discorso per BBVA Svizzera che garantisce servizi di custodia e trading di criptovalute a commissioni basse.

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L’adozione di criptovalute cresce

Secondo un rapporto pubblicato da PwC, sembrerebbe che un terzo di tutti gli hedge fund del mondo investono in risorse digitali. Infatti, la percentuale di hedge fund che ha un’esposizione in criptovalute è salita al 38% rispetto all’anno scorso, con un incremento fino a 4,1 miliardi di dollari in termini di asset gestiti.

Il report di PwC sottolinea anche come la mancanza di regolamentazione sia la principale barriera che impedisce la completa diffusione delle criptovalute e di altre risorse digitali.

Invece, leggendo il rapporto pubblicato da parte di Blockware, si nota come l’adozione di Bitcoin possa raggiungere il 10% entro il 2023. Secondo il rapporto, inoltre, Bitcoin non sembrerebbe considerato al pari di un metodo di pagamento ma piuttosto come un’innovazione tecnologica sottolineando la sua malleabilità ideologica che lo rendono utile come copertura contro l’inflazione e sia come metodo di pagamento.

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Blockware confronta Bitcoin con altri progressi tecnologici come l’avvento dei telefoni, l’energia elettrica, internet e i social media. A partire da queste analisi, ha creato un modello per capire quale sarà l’adozione di Bitcoin nei prossimi anni e quanti avranno un wallet crypto personale.

Ovviamente, i ricercatori suggeriscono come il rapporto non è che una semplice approssimazione e non un consiglio per investire a breve termine. Piuttosto, una guida per capire come Bitcoin potrà essere utilizzato dall’umanità in un futuro ormai più che prossimo.

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