Non c’è pace per il social network Twitter di Elon Musk, finito nuovamente al centro di un polverone mediatico legato alla comparsa online di una parte del codice sorgente della piattaforma.
A darne notizia per primo è stata il New York Times, secondo il quale il codice è stato pubblicato su Github – il popolare servizio hosting per progetti software e sviluppatori – sottolineando che si tratta di una rara e importante esposizione di proprietà intellettuale, in un momento in cui la società fatica a ridurre i problemi tecnici e a risollevarsi dalle debacle commerciali sotto il controllo di Elon Musk.
Venerdì Twitter si è mossa prontamente per rimuovere il codice trapelato inviando un avviso di violazione del copyright a GitHub, che ha subito rispettato la diffida rimuovendo il codice il giorno stesso. Non è chiaro da quanto tempo il codice fosse online, ma sembra che fosse pubblico da diversi mesi, anche se la società se ne sarebbe accorta solo recentemente.
La compagnia ha anche chiesto al tribunale distrettuale degli Stati Uniti del distretto settentrionale della California di ordinare a GitHub di identificare il responsabile della condivisione e e qualsiasi altra persona coinvolta.
In base a quanto emerso da una prima indagine interna, il colpevole sarebbe un ex dipendente della piattaforma, identificato su GitHub con il nome utente “FreeSpeechEnthusiast“, che ha lasciato la società lo scorso anno, quando Musk ha annunciato licenziamenti di massa.
Una delle preoccupazioni è che il codice, generalmente custodito nella massima segretezza, includa vulnerabilità di sicurezza che potrebbero fornire agli hacker o ad altri malintenzionati i mezzi per estrarre i dati degli utenti o mandare in tilt il sito.
Twitter si impegna a rendere open source parte del suo codice
Nonostante l’aggressiva mossa dell’azienda di eliminare parte del suo codice sorgente, in un tweet del 18 marzo Musk ha affermato che Twitter avrebbe reso open source il codice entro la fine del mese.
“Il nostro ‘algoritmo’ è eccessivamente complesso e non pienamente compreso al suo interno. Le persone scopriranno molte cose sciocche, ma noi correggeremo i problemi non appena verranno scoperti!“.
Musk ha poi aggiunto che la trasparenza del codice sarà “incredibilmente imbarazzante” all’inizio, ma potrebbe portare a un rapido miglioramento della qualità del servizio, con la speranza di guadagnarsi la fiducia degli utenti.
Our “algorithm” is overly complex & not fully understood internally. People will discover many silly things , but we’ll patch issues as soon as they’re found!
We’re developing a simplified approach to serve more compelling tweets, but it’s still a work in progress. That’ll also…
— Elon Musk (@elonmusk) March 17, 2023
Altre sfide per Elon Musk
La recente fuga di notizie su Twitter segna l’ennesima sfida per l’amministratore delegato Elon Musk, la cui piattaforma di social media è stata sommersa dal caos da quando il miliardario l’ha acquistata per l’incredibile cifra di 44 miliardi di dollari nell’ottobre dello scorso anno.
A partire dall’ex CEO di Twitter Parag Agrawal, che sarebbe stato scortato fuori dal campus, il mercuriale Musk ha licenziato quasi la metà del personale di Twitter.
Inoltre, l’azienda non ha pagato l’affitto e ora è stata citata in giudizio dalla Columbia Reit-650 California LLC, proprietaria di alcuni degli uffici di Twitter a San Francisco, per non aver pagato 136.260 dollari di affitto dovuto.
A peggiorare la situazione, molti degli inserzionisti di Twitter, tra cui grandi marchi come Coca-Cola, Unilever, Jeep, Wells Fargo e Merck, hanno ridotto la spesa pubblicitaria sulla piattaforma dopo l’insediamento di Musk, provocando un calo massiccio delle entrate pubblicitarie del gigante dei social media.
Come se non bastasse, Twitter ha dovuto affrontare anche numerosi problemi tecnici gravi e piuttosto frequenti, subendo una serie di interruzioni che hanno causato frustrazione e rabbia tra i suoi milioni di utenti.
Inoltre, la Federal Trade Commission ha di recente annunciato che sta indagando sui licenziamenti di massa di Musk e cercando di ottenere informazioni nell’ambito di un’indagine in corso sulle pratiche di privacy e cybersicurezza dell’azienda di social media.