Tutti pazzi per l’Italia, che si conferma la meta europea preferita dagli americani (e non solo). Gli stranieri scelgono il Belpaese perché lo ritengono “interessante, accogliente e sicuro”.
Quest’anno, però, a vincere su tutte le regioni italiane è l’Emilia Romagna, sinonimo della più grande esportazione italiana, fatta di vino, buon cibo, bella gente e auto sportive.
In particolare, la città balneare di Rimini è considerata la Jersey Shore d’Italia: da qui alla città portuale di Ancona, a sud-est, ci sono più di 40 miglia di spiagge sabbiose tra le più belle della penisola. È stata resa famosa dal figlio d’arte Federico Fellini, che è cresciuto nella città e l’ha descritta in molti dei suoi film, tra cui “Amarcord”.
La dolce vita si assapora fin dal momento in cui si arriva in spiaggia: la prima cosa ovvia sono i numerosi bar sul litorale, dove migliaia di persone – vestite il meno possibile – tracannano oceani di Aperol Spritz, Negroni e vino bianco italiano per 5 euro (5,35 dollari) al bicchiere.
Poi c’è il cibo, che ha reso questa regione una delle capitali europee della gastronomia.
I turisti affollano le città di Parma, Modena, Bologna, Ravenna e Rimini per mangiare il prosciutto di Parma, il formaggio (Parmigiano, ovviamente) e la pasta in infinite varietà, ma in particolare tagliatelle, tortellini e lasagne, tutti fatti a mano.
È anche il cuore industriale dell’Italia, dove si producono Ferrari, Maserati e Lamborghini.
La Jersey Shore italiana
A differenza degli americani, gli italiani non si limitano a posare la borsa da spiaggia e a tuffarsi nell’oceano.
Rispetto a molte altre mete turistiche europee e internazionali, qui si possono affittare sedie a sdraio e ombrelloni, disposti in file ordinate e tutte numerate, che si estendono fino al mare Adriatico, a circa un quarto di miglio dalla strada.
Ed è proprio l’Adriatico la meta della maggior parte dei turisti stranieri, separando la penisola italiana dalla Croazia e dall’Albania a 100 miglia a est.
Come l’Atlantico, anche il mar Adriatico non vanta acque limpide e blu come il Mediterraneo, ma ciò che gli manca in termini di colore lo compensa in termini di temperatura, tranquillità e accessibilità (Bologna è a meno di un’ora di distanza).
Con così tanti soldi, così tanto sole, così tanta acqua e così tanto cibo e vino, si potrebbe pensare che la vita sia una festa senza fine, ma gli italiani non sembrano pensarla così, e per una buona ragione!
Un affare per gli americani, ma non per gli italiani
L’Italia dipende fortemente dal turismo, con più di 2 milioni di italiani impiegati nel settore turistico, che rappresentano circa l’8% dell’occupazione totale del Paese.
La buona notizia è che il comparto è attualmente in piena espansione: dopo il profondo shock subito nel 2020 con la pandemia da Covid-19, dal 2021 il turismo in Italia ha registrato un sostanziale recupero, con un costante incremento delle presenze di italiani e stranieri negli esercizi ricettivi (+39%) e della spesa dei turisti internazionali (+23%).
La crescita del settore è notevolmente favorita dalla presenza degli americani. Mentre gli europei, in particolare francesi e tedeschi, costituiscono il gruppo più numeroso di visitatori stranieri, gli americani fanno qualcosa che i loro fratelli europei non fanno: lasciano mance molto alte.
Per questi turisti, infatti, le piccole città italiane e l’Europa in generale sono un ottimo affare. A un certo punto, l’anno scorso, il dollaro era alla pari con l’euro. Anche oggi, con un euro che vale circa 1,07 dollari, il continente è ancora relativamente economico per gli americani.
Sicuramente i prezzi sono più alti durante l’alta stagione estiva, ma in questo momento è possibile trovare una buona camera d’albergo a pochi passi dalla spiaggia di Rimini per 100-200 euro (107-214 dollari). Al famoso Grand Hotel Rimini, costruito nel 1908 e teatro di diversi film di Fellini, si può stare nella famosa piscina o nella spiaggia privata della struttura per 200-400 dollari a notte, a seconda del giorno della settimana.
Sulla spiaggia, al ristorante Il Circolino, si può ordinare un piatto di pasta (tagliatelle al ragù a dir poco spettacolari) per 12 euro (13 dollari) e piatti unici come pollo, frutti di mare o polpo per 15-22 euro (16-24 dollari).
Tuttavia, mentre per gli americani questi prezzi sono relativamente economici, per la maggior parte degli italiani medi la bella vita resa famosa da Fellini è sempre più fuori portata.
È tutta una questione di tasse
Secondo le statistiche dell’OCSE, nel 2021 lo stipendio medio in Italia era di circa 29.000 euro (circa 31.000 dollari) l’anno, nettamente inferiore rispetto alla media dell’Unione Europea, che è di circa 33.000 euro.
Ma il vero problema degli italiani è un altro: le tasse.
Sono alte, molto alte. Chi vive in Italia paga tre tasse: l’imposta nazionale sul reddito (che comprende un contributo previdenziale del 9,2%), le imposte regionali e le imposte comunali.
L’aliquota dell’imposta sul reddito è progressiva, con la massima pari al del 43%, superiore alla media europea del 38%. Di conseguenza, se un italiano paga tutte le tasse, potrebbe versare al governo più della metà del suo reddito.
Pertanto, non c’è da stupirsi che molti stipendi siano pagati in nero e che l’Italia sia tristemente famosa per la sua copiosa economia sommersa.
Altro problema, poi, è quello che rimane per vivere. Gli affitti a Rimini sono di 550-650 euro (circa 590-700 dollari) al mese per un minuscolo appartamento con una sola camera da letto. Si tratta di circa il 40% dello stipendio di un dipendente che lavora stagionalmente nel settore turistico.
Non stupisce, quindi, che il 62% dei giovani italiani (tra 25 e 29 anni) viva ancora con i genitori. E ancora meno stupisce che anche un piatto di pasta da 12 euro possa sembrare un po’ caro.
Non sorprende, inoltre, che le attività turistiche si basino sempre di più sui turisti tedeschi, inglesi e americani più ricchi.
Gli italiani se ne vanno in cerca di opportunità
Tasse elevate, redditi medi bassi, alta inflazione (8% all’anno): la vita è diventata talmente difficile che molti giovani continuano a lasciare l’Italia in cerca di opportunità altrove. Oggi, infatti, almeno cinque milioni di italiani vivono all’estero.
Un’altra motivazione importante è la mancanza di crescita occupazionale.
Il risultato finale? La dolce vita, la più grande esportazione italiana, è ancora viva e vegeta. Il sole, il vino, il cibo, la gente fantastica sono ancora qui.
È solo un po’ più difficile per i locali partecipare a questa grande tradizione.
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