La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è atterrata a Washington questa notte per un bilaterale con il Presidente statunitense Joe Biden, che incontrerà nel primo pomeriggio, quando in Italia saranno le 21 di sera.

Prima di varcare la soglia dello studio ovale della Casa Bianca, la premier si recherà a Capitol Hill per incontrare i leader dei gruppi politici del Senato e della Camera dei Rappresentanti.

I temi sul tavolo dell’incontro con il presidente Usa

Si tratta della prima trasferta americana per la premier Giorgia Meloni, ma anche la prima volta di una donna italiana nelle vesti di presidente del Consiglio, che con Biden è riuscita a instaurare un’ottima intesa sin dal primo incontro a Bali, in Indonesia, per il G20, durante il quale ha ribadito il sostegno dell’Italia all’Ucraina e la condanna netta dell’aggressione voluta da Vladimir Putin.

La visita rappresenta un’occasione importante per rafforzare il forte legale fra Italia e Stati Uniti, confermare la solidità dell’alleanza transatlantica e discutere dei comuni interessi strategici, incluso l’impegno condiviso nel continuare a sostenere pienamente l’Ucraina di fronte all’aggressione della Russia, proseguendo nel lavoro “per una pace giusta e duratura“.

L’incontro tra Meloni e Biden permetterà di porre l’accento anche sull’attuale strategia dell’Italia verso il Mediterraneo e l’Africa, soprattutto per contenere i flussi migratori, che sarà al centro della presidenza italiana del G7 il prossimo anno.

Tra i temi chiave dell’incontro, anche la questione Cina e i prossimi passi che il governo italiano dovrà compiere sulla cosiddetta “Via della Seta“. Gli accordi con la Cina sono “pericolosi“, ha avvertito in precedenza il presidente americano, anche se la scelta “spetta all’Italia“.

Sul piano geopolitico, la Cina è diventata un interlocutore imprescindibile nelle relazioni internazionali, con l’Italia che intende perseguire un rapporto equilibrato e di dialogo responsabile con Pechino.

A fine anno è fissata la scadenza per comunicare alla Cina la decisione di ritirarsi o meno dal Memorandum sulla Via della Seta, firmato nel 2019 dall’allora governo Conte.

Sulla possibilità di un rinnovo, lo scorso aprile, durante una sua visita a Washington, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva lasciato intendere un atteggiamento più orientato verso il no.

Biden, dal canto suo, è sempre più intenzionato a ridurre la dipendenza cinese riguardo alle catene di approvvigionamento strategiche e a limitare l’accesso delle aziende di Pechino alle tecnologie occidentali sensibili, che potrebbero essere utilizzate a scopi militari.

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