Con una mossa a sorpresa e decisamente inaspettata, la Cina sta iniziando ad ammorbidire la sua precedente posizione contro il settore delle criptovalute. Secondo un report pubblicato dal portale d’informazione locale Sina News, il governo lancerà il suo primo marketplace regolamentato per il trading di token non fungibili (NFT) a partire dal 1° gennaio 2023.

La Cina vuole controllare il mercato degli NFT

Dopo che lo scorso 24 settembre la People’s Bank of China (PBOC) aveva dichiarato illegali tutte le transazioni crittografiche, vietando anche agli exchange esteri di fornire servizi ai residenti cinesi, la Cina ha cambiato atteggiamento nei confronti delle criptovalute, annunciando un nuovo importante piano strategico che consentirà il lancio del primo marketplace nazionale per gli NFT.

Stando alle ultime notizie, la nuova piattaforma fungerà da mercato secondario per lo scambio di NFT all’interno del Paese ed è stata creata dal Chinese Technology Exchange e dall’Art Exhibitions China – due entità statali – in collaborazione con la società privata Huban Digital Copyrights Ltd.

Inoltre, per contribuire alla gestione della piattaforma, è stata reclutata anche una società privata con sede a Pechino che si occupa di proprietà intellettuale e di transazioni di “oggetti da collezione digitali”. Al progetto parteciperà anche il China Cultural Relics Exchange Center che si occuperà di questioni legate alla cultura cinese.

Oltre ai token non fungibili, il nuovo marketplace consentirà agli utenti anche di scambiare i diritti d’autore relativi agli asset digitali. Secondo il governo cinese, il progetto mira a “regolamentare gli NFT ed evitare un’eccessiva speculazione nei mercati secondari“.

Commentando la nuova piattaforma sostenuta dallo Stato, in una recente breve intervista esclusiva Yu Jiannig, uno dei maggiori esperti di asset digitali e metaverso in Cina, ha osservato:

In termini di supervisione e regolamentazione del settore, gli asset digitali rappresentano una nuova forma di commercio e molte questioni relative a leggi, regolamenti e politiche di supervisione devono ancora essere perfezionate. Pertanto, permane una forte incertezza. Le piattaforme sono responsabili della quotazione e della negoziazione degli asset digitali. Rispetto ai diritti di proprietà intellettuale e ai diritti d’autore digitali, gli NFT corrono maggiori rischi di conformità normativa.

Negli ultimi anni, il governo cinese si è fermamente opposto alle criptovalute e ai relativi asset, vietandone il commercio all’interno della sua giurisdizione a partire dal 2021.

Nelle ultime settimane, però, il Paese ha iniziato a cambiare la propria posizione nei confronti delle cripto, con il Tribunale di Hangzhou che il mese scorso ha stabilito che gli oggetti virtuali, come gli NFT, possono essere legalmente riconosciuti come proprietà, in quanto dotati di caratteristiche simili come il valore, la scarsità, la controllabilità e la commerciabilità. Inoltre, come riportato dal media China Daily, Pechino lancerà a breve la China Digital Asset Trading Platform.

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