La Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato ancora i tassi di interesse con l’intenzione di combattere l’inflazione record dell’area Euro.
Con questo provvedimento la BCE ha annullato anni di stimoli aggressivi dopo essere stata colta di sorpresa da un improvviso aumento dei prezzi, frutto dell’aumento dei costi energetici causati dall’invasione russa in Ucraina e dalla ripresa dell’economia dopo la pandemia da COVID-19.
La banca centrale dei 19 paesi che condividono l’euro ha alzato di 75 punti base il tasso di interesse sui depositi bancari, portandolo al 2%, il livello più alto dal 2009. Secondo quanto riferito da BCE, la decisione odierna, peraltro già annunciata nei giorni scorsi, sarebbe stata presa per “… per garantire il tempestivo ritorno dell’inflazione al…2%”.
“Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, i pagamenti principali dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito dell’APP per un lungo periodo di tempo”, si legge ancora nella nota della BCE.
Infine, la Banca Centrale Europea ha modificato i termini delle sue operazioni di rifinanziamento a lungo termine per incoraggiare le banche a rimborsare anticipatamente i prestiti pluriennali.
Di conseguenza, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno aumentati rispettivamente al 2,00%, al 2,25% e all’1,50%, con effetto dal 2 novembre 2022.
Mutui più alti
Con il nuovo aumento dei tassi, saranno inevitabili le ricadute sulle rate dei mutui a tasso variabile.
Secondo le simulazioni di Facile.it e riprese dal Corsera, nel caso di un mutuo variabile medio (da 126.000 euro in 25 anni, LTV 70%, Tan iniziale 0,67% ) la rata mensile potrebbe salire di quasi 50 euro.
Il che, considerando gli aumenti precedenti, porterebbe l’incremento totale a quasi 150 euro in più rispetto a inizio anno. Un problema serio per i mutuatari senza tasso fisso.