Neanche Papa Francesco è stato risparmiato dall’aggressiva campagna di Elon Musk per promuovere “Twitter Blue“, il servizio a pagamento per ottenere la spunta blu sul social.

A partire dal 1° aprile 2023, lo ricordiamo, per ottenere il famoso badge di verifica su Twitter bisogna necessariamente pagare l’iscrizione mensile o annuale alla piattaforma.

Nel nostro Paese, l’abbonamento ha un costo di 11 euro al mese (o 114,99€ all’anno) se si accede da smartphone iPhone o Android, e di 8 euro per la versione via web. Queste tariffe valgono per tutti, compreso il Santo Padre.

E se il Papa non paga? Nessun problema, perché Elon Musk, che si sente un Dio in Terra, non ci ha pensato due volte a togliere di fatto la spunta blu all’account “Pontifex”, il profilo di Bergoglio su Twitter che ha oltre 18,8 milioni di follower.

A far compagnia a Francesco una lista infinita di star e volti noti, tra cui Beyoncèm, Kim Kardashian, Oprah Winfrey, Bill Gates e Cristiano Ronaldo, che non vogliono sborsare un centesimo per avere un profilo social verificato che consenta agli utenti di riconoscere gli account ufficiali da quelli “fake”.

Gli utenti non vogliono pagare

Musk, tra l’esplosione del razzo Starship di SpaceX e l’annuncio di un altro blocco di licenziamenti tra i dipendenti di Twitter, ha dato seguito a quanto promesso finora: dividere gli “have-paid” dagli “have-not”.

Tuttavia, la maggior parte degli utenti di Twitter non è disposta a pagare per iscriversi al programma Twitter blu, con milioni di iscritti che si sono ora uniti a chi ha già sentenziato “va bene, ma solo se gratis!“.

Rimanendo sempre in ambito religioso, oltre a Papa Francesco a perdere la spunta blu sono stati anche il patriarca di Mosca Kirill e il leader supremo iraniano Khamenei. Il Dalai Lama invece l’ha mantenuta. Anche l’ex presidente Donald Trump, riammesso sul social da Musk in persona, non ha più un account verificato.

Ma intanto c’è disparità, perché sembra che il proprietario di Twitter abbia “regalato” il badge di verifica ad alcuni personaggi di spicco, tra cui Stephen King, LeBron James e William Shatner, che avrebbero ricevuto l’iscrizione a “Twitter Blue” senza sborsare un centesimo.

A rivelarlo è stato lo stesso King, che su Twitter ha scritto:

Il mio Twitter dice che sono iscritto a Twitter Blue, ma non è vero. Dice che ho fornito il mio numero di cellulare, ma non è così”.

A salvarsi, almeno per il momento, è anche la Casa Bianca, il cui profilo mantiene ancora la spunta blu nonostante abbia fatto sapere a più riprese di non essere interessata a pagare 84 dollari l’anno per avere il badge di verifica sul social.