Un gruppo di 17 case discografiche, tra cui Universal Music Publishing Group, Warner Chappell Music e Sony Music Publishing, hanno citato in giudizio Twitter per “massicce violazioni del copyright” che riguardano i rispettivi cataloghi musicali.
Questi diciassette editori musicali, che detengono i diritti di artisti come Drake, Taylor Swift e Adele, hanno depositato la causa presso il tribunale federale del Tennesseen, sostenendo che la società “si arricchisce con innumerevoli copie illecite di composizioni musicali, infrangendo i diritti esclusivi degli editori e di altri secondo la legge sul copyright”.
Le case discografiche contro Twitter: $ 250 milioni per violazione del copyright
Dal 2021, numerosi editori musicali hanno notificato violazioni del diritto d’autore sui brani condivisi nei tweet, senza ottenere alcun riscontro da Twitter.
Ora, però, una coalizione di 17 case discografiche ha presentato il conto, chiedendo più di 250 milioni di dollari di danni.
Secondo le accuse, la società avrebbe violato il diritto d’autore di circa 1.700 brani musicali. I 250 milioni di dollari derivano quindi dalla richiesta di $ 150.000 di risarcimento per ognuna della circa 1.700 opere violate che, secondo il gruppo di editori, sono state condivise senza autorizzazione in tweet pubblicati sulla piattaforma.
Twitter non ha mai raggiunto un accordo con le etichette musicali
A differenza di altri grandi social network, Twitter non ha stipulato accordi con editori ed etichette musicali, come evidenziato dalla causa che cita TikTok, Facebook, Instagram, YouTube e Snapchat.
Secondo l’accusa, a partire dal dicembre 2021, la National Music Publishers’ Association (l’associazione che rappresenta i produttori e i cantautori musicali statunitensi) ha notificato alla società circa 300.000 tweet con brani musicali condivisi in violazione del copyright.
Il problema quindi non è nuovo e risale a prima dell’acquisizione di Twitter da parte di Musk per 44 miliardi di dollari lo scorso anno.
Secondo il New York Times, l’azienda era in trattative con tre etichette musicali (Universal, Sony e Warner) per i diritti di licenza, che però si sono interrotte dopo che Musk ne ha assunto le redini.
Inoltre, in base a quanto riferito da alcune fonti anonime, Musk avrebbe rinunciato a stipulare un accordo di licenza musicale per via del suo costo elevato, che potrebbe superare i $100 milioni all’anno.
A ogni modo, sebbene i fatti contestati dagli editori risalgano a prima dell’acquisto di Twitter da parte di Musk, il miliardario americano e il nuovo Ceo Linda Yaccarino dovranno affrontare le accuse.
Le accuse coinvolgono Musk in prima persona
Musk è stato esplicitamente citato negli atti per alcuni dei suoi tweet sull’argomento e per il nuovo abbonamento Twitter Blue – entrato in vigore durante la sua amministrazione con numerose modifiche – che consente di caricare video più lunghi.
Negli ultimi mesi, questa funzionalità ha infatti permesso di pubblicare sulla piattaforma anche film completi, come Super Mario Bros – Il film e Avatar – La via dell’acqua.
Riguardo ai tweet di Musk citati dalla causa, si fa riferimento in particolare a quello di risposta a un utente che si è lamentato del fatto che il suo account poteva essere sospeso dopo cinque avvisi di copyright, con Musk che gli ha consigliato di abbonarsi a Twitter Blue per evitare la sospensione.
Secondo l’accusa, il proprietario di Twitter avrebbe quindi incoraggiato l’utente a sottoscrivere l’abbonamento per “nascondere“ il materiale violato e rendere più difficile la sua segnalazione.
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