Quando si parla di beak market, o mercato ribassista, non si fa esclusivamente riferimento al crollo delle crypto. Anzi, il termine è stato coniato nel mercato finanziario e si riferisce, in particolar modo, agli indici come S&P500, NASDAQ e Dow Jones.
Le motivazioni che oggi portano a un mercato ribassista sono plurime: l’inflazione sempre più alta, l’aumento dei tassi di interesse, i prezzi elevati delle materie prime e la guerra in Ucraina. Altre motivazioni riguardano la recessione del PIL oppure un’elevata disoccupazione.
Ma non è questo il caso! Analizziamo quali sono stati i bear market più importanti della storia e le stime sulla durata di quello che stiamo vivendo oggi.
Il bear market è ufficiale
Ma quando un mercato può definirsi ribassista? Generalmente, si registra questa situazione quando un indice scende di almeno il 20% rispetto al suo massimo più recente.
Lo S&P500 è entrato in un periodo fortemente ribassista a partire dal 13 giugno dopo aver registrato un calo del 21% dal suo massimo di 4.796 registrato all’inizio di quest’anno. Più di qualcuno potrebbe essere preoccupato, ma in realtà si tratta di un’ottima occasione per investire in azioni acquistandole a prezzo di saldo!
Il NASDAQ, invece, affronta un bear market già a partire dall’inizio di marzo e ha perso il 32% dal suo massimo di 16.057 del novembre scorso. Anche il Dow Jones è attualmente in un periodo ribassista con circa il 17% in meno rispetto al suo massimo toccato il 4 gennaio.
Il Dow Jones Industrial Average ha invece già perso il 17% rispetto al massimo dei primi di gennaio 2022.
Il bear market più corto è avvenuto dal 19 febbraio al 23 marzo 2020 con lo S&P500 crollato del 34% in 33 giorni. Prima di questo periodo, un altro bear market ha avuto una durata di 62 giorni, con lo S&P 500 che vissuto una perdita del 27%.
Ma non si tratta assolutamente del periodo più lungo. Infatti, lo S&P500 ha registrato un periodo fortemente ribassista a causa della crisi finanziaria di cui tutti ricordiamo. Il bear market, in quell’occasione, è durato dal 9 ottobre 2007 fino al 20 novembre del 2008 con ben 408 giorni in mezzo. Nel complesso, è stato registrato un crollo di quasi il 52%.
Invece, il bear market più esteso in assoluto si è avuto tra il 1973 e il 1974 per un totale di 630 giorni, circa 21 mesi. L’indice S&P500, in questo caso, ha registrato una perdita del 48%.
Quando finirà la crisi?
Quindi, quanto dura in media un mercato ribassista? Ovviamente, non è semplice sapere al 100% la durata di un bear market, tuttavia, in base ai dati storici è possibile realizzare delle stime e prevedere l’andamento del mercato in futuro. Ad esempio, è bene sapere che la durata media di un mercato ribassista che contempla lo S&P500 è di circa 268 giorni.
Anche il NASDAQ ha avuto importanti periodi ribassisti, con il crollo peggiore (la crisi dei dot com) arrivato al 75% a metà ottobre 2002. Altri momenti tragici sono stati registrati con la crisi finanziaria del 2008 durata fino a novembre 2013. L’indice ha affrontato un altro bear market quando è sceso di circa il 60% nel 1973 e non si è ripreso prima di 4 anni.
Infine, anche il Dow Jones non è stato da meno con un bear market nel 2020 (per la prima volta dopo 11 anni), durante il quale ha perso il 38%.
Insomma questo mercato ribassista potrebbe durare sei mesi, ma anche due anni, stavolta ci sono davvero tanti fattori da considerare. Ma la storia mostra che i mercati ribassisti non durano per sempre e che il peggio tende a essere passato una volta raggiunto il riconoscimento ufficiale.
Per coloro che hanno un orizzonte temporale sufficientemente lungo, e lo stomaco forte per reggere potenziali perdite nel frattempo, un mercato in ribasso del 20% potrebbe essere sufficiente per iniziare ad attirare l’interesse di nuovi investimenti.