Se nel 2022 in cima alla classifica dei “layoff” del settore tech c’era Meta di Mark Zuckerberg, ora la casa madre di Facebook è stata battuta da un altro gigante tecnologico mondiale, Amazon.
A inizio anno, la Big Tech ha infatti annunciato che il suo piano di esuberi riguarderà oltre 18mila dipendenti, un aumento sostanziale rispetto ai 10mila posti di lavoro annunciati a novembre.
Le prime rivelazioni del Wall Street Journal parlavano di 17.000 licenziamenti, ma in una nota ufficiale pubblicata mercoledì 4 gennaio sul sito web dell’azienda, il CEO Andy Jassy ha dichiarato che prevede di tagliare poco più di 18.000 posti di lavoro, anche in Europa.
L’amministratore delegato ha inoltre sottolineato che l’annuncio ufficiale è stato anticipato in seguito alla fuga di notizie giornalistiche e che le comunicazioni ai dipendenti colpiti dalla decisione inizieranno il 18 gennaio.
Per il colosso dell’e-commerce si tratta della maggiore riduzione di personale, pari a circa il 6% della sua forza lavoro, da quando è stato fondato da Jeff Bezos nel 1994.
Al momento Amazon ha più di 1,5 milioni di dipendenti ed è il secondo più grande datore di lavoro privato americano dopo Walmart Inc.
I licenziamenti di Amazon rispecchiano l’attuale situazione delle aziende tech
Secondo il sito di monitoraggio Layoffs.fyi, nel 2022 il settore tecnologico ha perso più di 150.000 lavoratori, un numero che a quanto pare è destinato a crescere anche quest’anno.
Durante la pandemia di Covid-19 Amazon ha assunto con forza per far fronte all’esplosione della domanda, raddoppiando il suo personale globale tra il 2020 e il 2022.
Successivamente, l’azienda ha visto il suo utile netto diminuire del 9% su base annua nel terzo trimestre, mentre a dicembre ha registrato un incremento tra il 2 e l’8%, decisamente al di sotto rispetto alle aspettative degli analisti e della società stessa.
Nella nota ufficiale di mercoledì il CEO Andy Jassy ha dichiarato che la pianificazione annuale “è stata più difficile a causa delle assunzioni degli ultimi anni e dell’incertezza dell’economia“.
Amazon (NYSE: AMZN) si è quindi preparata a un probabile rallentamento della crescita, dato che l’impennata dell’inflazione ha incoraggiato le imprese e i consumatori a ridurre le spese, facendo crollare anche le sue azioni.
Già nel mese di novembre, l’azienda ha iniziato a licenziare i dipendenti del settore dei dispositivi, della divisione retail e delle risorse umane:
“Tra le riduzioni apportate a novembre e quelle che condividiamo oggi, prevediamo di tagliare poco più di 18.000 ruoli”, ha precisato Jessy. “Ma buona parte dei tagli avverrà nei nostri Amazon Store e nelle organizzazioni PXT”.
Ha poi aggiunto che l’azienda sta lavorando per supportare chi sarà colpito dagli esuberi con indennità, assicurazioni sanitarie transitorie e supporto per l’inserimento lavorativo “esterno”.
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