Virgin Orbit Holdings è l’ultima vittima delle crescenti pressioni sul cash-crunch che hanno paralizzato le startup in molte tecnologie emergenti.
Il costruttore di razzi del miliardario britannico Richard Branson non ha trovato i fondi necessari a proseguire le attività e, di conseguenza, cesserà le operazioni “nel prossimo futuro” e licenzierà l’85% dea forza lavoro per “ridurre le spese alla luce dell’incapacità dell’azienda di garantire finanziamenti significativi“.
A rivelarlo è stato il CEO Dan Hart durante una riunione con i dipendenti tenutasi giovedì, precisando che i tagli riguarderanno tutte le divisioni e si salveranno solamente 100 dipendenti. Circa 675 lavoratori invece perderanno il posto entro il 3 aprile.
Il costo dei licenziamenti, tenendo conto del pagamento di liquidazioni e benefit, sarà di circa 15 milioni di dollari, che saranno addebitati sul bilancio del primo trimestre 2023.
I problemi finanziari di Virgin Orbit sono stati innescati da un calo di liquidità e dalle ingenti perdite registrate nel 2022.
Fallita la ricerca di finanziamenti
All’inizio di questo mese, Virgin Orbit aveva già temporaneamente sospeso le attività mentre era alla ricerca di fondi aggiuntivi. L’azienda – parte dell’impero di Branson che comprende la compagnia aerea Virgin Atlantic e la compagnia di voli spaziali Virgin Galactic Holdings Inc. – era in trattativa con l’investitore texano Matthew Brown per ottenere un finanziamento di $ 200 milioni, attraverso un collocamento di azioni private.
L’accordo però sarebbe saltato, così come i colloqui in fase avanzata con altri investitori tenutisi lo scorso fine settimana.
Dopo la diffusione delle notizie sul destino di Virgin Orbit, il 31 marzo il titolo dell’azienda americana è crollato del 50% nel pre-market, con le azioni che sono state scambiate a soli 17 centesimi ciascuna, mentre un anno fa valevano più di 7 dollari.