Nel fine settimana le azioni di Telecom Italia hanno registrato una delle migliori performance al FTSEMib. Alle ore 15.25 di venerdì scorso il titolo guadagnava il 4,54% a 0,2593 euro, dopo un’oscillazione tra un minimo di 0,248 e un massimo di 0,2597 euro.

Questa impennata è dovuta all’esito del CdA di giovedì 4 maggio, quando – nel corso di un lungo meeting – le offerte non vincolanti ricevute per Netco da Kkr e dal consorzio formato da Cdp Equity e Macquarie sono state analizzate e giudicate non adeguate.

Tuttavia, dal momento che almeno uno degli offerenti ha manifestato la volontà di migliorare la proposta, il consiglio di amministrazione ha ritenuto opportuno fissare al 9 giugno prossimo il termine ultimo per la presentazione di un’offerta finale.

Nella comunicazione diramata da Tim nella tarda serata di giovedì 4 maggio si fa riferimento solo alla possibilità di un’ulteriore proposta da parte di un unico offerente, che avrebbe messo nero su bianco la disponibilità a rilanciare.

La società non ha fornito alcuna indicazione sui nomi, ma secondo quanto riportato da vari quotidiani potrebbe trattarsi di Kkr.

Tuttavia, questo non esclude del tutto il consorzio rivale composto da Cdp e dal fondo australiano Macquarie che, per rispettare la deadline imposta inizialmente dal CdA di Tim, il 18 aprile ha presentato un’offerta da 19,3 miliardi di euro. Lo stesso giorno anche Kkr ha messo sul tavolo del board dell’ex monopolista un’offerta da 19 miliardi più due di earn out in caso di fusione fra le reti di Tim e di Open Fiber (partecipata al 60% da Cdp e al 40% da Macquarie).

Tesoro favorevole a un’offerta congiunta Cdp-Kkr

Nel frattempo, il ministero dell’Economia ha dichiarato che “non si opporrebbe” a un’eventuale offerta congiunta da parte di Kkr e Cdp per la rete di Tim.

Secondo quanto anticipato dall’agenzia di stampa britannica Reuters, il Tesoro sarebbe favorevole anche al coinvolgimento di F2i, qualora l’offerta congiunta di Kkr e Cdp si dimostrasse fattibile.

Gli analisti di Equita non escludono “che anche CDP possa seguire” ad un rialzo di Kkr, “dal momento che il comunicato di TIM non esclude che entrambi gli offerenti possano essere disponibili al rilancio”.

Le fonti di stampa, però, ipotizzano diversi scenari, come quello di un’uscita formale di CDP/Macquarie, in modo da creare le condizioni per la formulazione di un’offerta congiunta con Kkr che, vista la rilevanza politica del tema, possa superare l’opposizione di Vivendi ed evitare il confronto in assemblea.

La cessione di NetCo sulla base di un’offerta migliorativa da parte di KKR o CDP/Macquarie potrebbe fornire spazio di upside rispetto alla nostra valutazione e portare a un significativo deleverage”, aggiungono da Equita, anche se “sarà in ogni caso da valutare la posizione di Vivendi”.

Nel frattempo, dal governo il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che l’esecutivo “non interviene e non parla quando è in corso una trattativa privata che riguarda peraltro offerte anche di operatori internazionali”.

TIM è un’azienda privata in cui ci sono importanti operatori e azionisti internazionali quindi è saggio che il governo aspetti la decisione dell’azienda”, ha concluso il Ministro.

Ovviamente non si può escludere che per la media company transalpina il tutto rischi di tradursi in una immane perdita di tempo, con valori di vendita inadeguati rispetto alle potenzialità dell’asset.

Ed è forse anche per questo che, in recenti colloqui con le parti coinvolte, il Mef avrebbe dichiarato di essere favorevole un’offerta congiunta per la rete di Tim.

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