Il mercato immobiliare continua a frenare, mentre i prezzi delle case continuano ad aumentare.
Dopo l’euforia post-pandemia, che aveva spinto molti a cercare un’abitazione più adatta alle esigenze emerse durante i lockdown, la maggior parte degli acquirente ora è più cauta a causa della consistente perdita di potere d’acquisto e del rialzo dei tassi di interesse.
“Inflazione e caro mutui hanno messo fuori gioco una quota considerevole della domanda potenziale con conseguenze rilevanti sui mutui erogati e sul numero di compravendite residenziali“, ha affermato Luca Dondi, CEO dell’istituto di ricerca bolognese Nomisma.
Secondo l’ultimo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma, che ha analizzato le performance immobiliari di città come Milano, Roma, Genova, Firenze, Bologna, Bari, Cagliari, Catania, Napoli, Padova, Palermo, Torino e Venezia, la fase propulsiva avviata dopo la pandemia di Covid-19 è terminata e ora siamo in un periodo di “appannamento“, termine usato dall’ad Luca Dondi.
Tuttavia, guardando i numeri delle previsioni sul consuntivo 2023, nel caso dei mutui si dovrebbe parlare di un vero e proprio crollo.
L’inflazione sta scendendo troppo lentamente per trarne beneficio e, secondo Nomisma, ridurrà ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, che dovranno continuare a ridimensione la propensione al risparmio ed attingere alle riserve accumulate durante il periodo della pandemia per poter mantenere i livelli di consumo desiderati e gli stili di vita a cui avevano dovuto rinunciare durante le restrizioni imposte dai lockdown.
“Il quadro è fragile” – sottolinea Dondi – “e l’evoluzione contenuta dei salari comporta una difficoltà di risparmio, con il credito che non è più un elemento di compensazione“.
Insomma se non è la tempesta perfetta, manca poco. Dopo un 2022 in cui il mercato immobiliare ha registrato quasi 800mila transazioni, si prevede che nel 2023 le compravendite scenderanno a quota 687mila (-12,4% rispetto all’anno precedente), per poi ridursi a 633mila nel 2024 e toccare quota 624mila nel 2025.
Il vero problema è che mentre i volumi di vendite stanno via via rallentando, i prezzi delle case continuano a crescere, seppur non di pari passo all’inflazione.
Questo rallentamento delle compravendite è più evidente in città come Milano e Bologna, dove il mercato aveva corso di più.
“Alcuni mercati evidenziano maggior affaticamento” – spiega Dondi – “e se allarghiamo l’analisi ad altri indicatori (come tempi di vendita, concessione di mutui e così via), ci sono mercati che veleggiano ancora in crescita, tra cui per esempio Padova“.
Secondo l’ad di Nomisma, ci sarà un inevitabile ma molto contenuto rallentamento della crescita dei valori: +1,6% nel 2023 e poco più dell’1% nel successivo biennio.
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