Dopo la Silicon Valley Bank, anche la banca cripto-friendly Signature Bank di New York è stata costretta a chiudere bottega in uno scioccante periodo record di soli quattro giorni.

Ora gli esperti ritengono che il suo crollo avrà il maggiore impatto sul mercato delle valute digitali a causa della sua stretta relazione con le principali società cripto del settore. Infatti, mentre alcuni si aspettano che la crisi bancaria statunitense provochi un dirompente effetto domino, simile a quello dell’exchange FTX lo scorso novembre, numerose aziende legate alle criptovaluta hanno già subito perdite a causa della loro esposizione alle suddette istituzioni.

L’impatto di SVB e Signature Bank

A causa del collasso di SVB, Circle – l’emittente di USD Coin (la seconda più grande stablecoin per valore di mercato) – non è riuscita a ritirare 3,3 miliardi di dollari dei suoi 40 miliardi di riserve, mentre Coinbase – che aveva circa 240 milioni di dollari nella Signature Bank – si aspetta di recuperare completamente l’importo. Anche Paxos, emittente delle stablecoin Pax Dollar (USDP) e Binance USD, aveva 250 milioni di dollari bloccati presso Signature, ma ha dichiarato che la sua assicurazione privata avrebbe coperto l’intero importo.

Paxos è stata la prima società cripto ad ammettere su Twitter un’esposizione di 250 milioni di dollari nei confronti della Signature Bank, assicurando però gli investitori di non doversi preoccupare perché “il governo ha adottato misure straordinarie per proteggere i clienti, annunciando che tutti i depositi presso la Signature Bank saranno pienamente garantiti e resi disponibili a partire da lunedì 13 marzo“.

Inoltre, la scorsa settimana Paxos ha dichiarato di non avere alcuna esposizione alla Silicon Valley Bank, che ha innescato il secondo crollo più grave di un istituto finanziario nella storia degli Stati Uniti.

Coinbase, il più grande exchange cripto degli Stati Uniti, ha invece ammesso di avere un’esposizione verso la Signature Bank caduta in disgrazia per circa 240 milioni di dollari, ma prevede di “recuperare completamente questi fondi“.

Sabato, in seguito alla notizia che Circle aveva un’esposizione di circa 3 miliardi di dollari verso SVB, Coinbase ha annunciato una sospensione temporanea delle conversioni di USDC sulle sue piattaforme.

La stablecoin ha subito un duro colpo quando gli investitori si sono lanciati in una corsa alla vendita, temendo che si ripetesse il crollo di TerraUSD (UST) avvenuto a maggio 2022. Di conseguenza l’asset ha perso il suo peg di 1 dollaro, scendendo del 10% in meno di 24 ore a $ 0,87.

Come altri clienti e depositanti che si sono affidati a SVB per i servizi bancari, Circle si unisce agli appelli per la continuità di questa importante banca nell’economia statunitense e seguirà le indicazioni fornite dalle autorità di regolamentazione statali e federali“, ha dichiarato Circle via Twitter.

Nel momento in cui scriviamo, USDC ha riacquistato il suo valore di riferimento in dollari e viene scambiato a $ 0,99, dopo che Circle ha assicurato di voler recuperare “qualsiasi ammanco” causato dal contagio, sostenuto dalle azioni intraprese dalle autorità di regolamentazione per proteggere i depositi degli investitori.

Vale la pena ricordare che Creditcoin, un ufficio crediti che opera in modo decentralizzato, ha dichiarato di non avere alcun legame o coinvolgimento con la Signature Bank o la Silicon Valley Bank.

È interessante notare che il più grande exchange cripto per volume di scambi giornalieri, Binance, non ha ancora comunicato l’esposizione a Signature Bank nonostante abbia recentemente rivelato di avere un rapporto di lavoro con la banca.

All’epoca, Binance aveva avvertito i suoi clienti che non avrebbe supportato trasferimenti SWIFT inferiori a 100.000 dollari e che solo lo 0,01% della sua base di utenti si avvaleva dei servizi della banca.

Uno dei nostri partner bancari fiat, Signature Bank, ha comunicato che non supporterà più nessuno dei suoi clienti di crypto exchange con acquisti e vendite di importi inferiori a 100.000 USD a partire dal 1° febbraio 2023” – ha dichiarato un portavoce di Binance in una dichiarazione inviata a Decrypt all’epoca – “Di conseguenza, alcuni utenti potrebbero non essere in grado di utilizzare i trasferimenti bancari SWIFT per acquistare o vendere criptovalute con/per USD per importi inferiori a 100.000 USD“.

Un altro nome noto che fa parte dei clienti di SVB è Ripple. L’amministratore delegato Brad Garlinghouse ha recentemente rivelato che la società detiene “parte del suo saldo di cassa” presso l’ex colosso bancario, ma non prevede “alcuna interruzione dell’attività ordinaria“. Ha inoltre assicurato che Ripple rimane in una “forte posizione finanziaria“.

BlockFi – un prestatore di criptovalute che ha avuto grossi problemi nel corso del 2022 e ha chiesto la protezione dalla bancarotta poco dopo il crollo dell’FTX – aveva 227 milioni di dollari bloccati presso SVB. Da parte sua, Avalanche Foundation – una piattaforma decentralizzata di smart contract – ha segnalato un’esposizione di poco più di 1,6 milioni di dollari verso la banca.

Anche il prestatore di criptovalute in bancarotta – Celsius Network – deteneva alcuni dei suoi fondi presso la Signature Bank, ma il comitato dei creditori non garantiti ha dichiarato che tutti i depositanti saranno “risarciti”.

Altri importanti operatori del settore, tra cui l’exchange Crypto.com e l’emittente di stablecoin Tether, si sono subito distinti dalla crisi, affermando di non avere alcuna esposizione nei confronti delle banche fallite.