A maggio i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati a malapena e l’incremento annuo dell’inflazione è stato il più basso da oltre due anni, anche se le pressioni sui prezzi di fondo sono rimaste forti, a sostegno dell’opinione che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse invariati mercoledì, adottando un atteggiamento da falco.
Il CPI Usa è cresciuto dello 0,1% mensile a maggio e del 4% annuo, mentre l’indice “core”, che comprende tutte le voci meno cibo ed energia, è aumentato dello 0,4%, come avvenuto ad aprile e marzo.
L’inflazione americana è quindi scesa al 4% rispetto al 4,9% di aprile, ma resta ancora ben oltre il target del 2% della Fed.
L’aumento più contenuto del previsto dell’indice dei prezzi al consumo, comunicato martedì dal Dipartimento del Lavoro, ha rispecchiato il calo dei costi dei prodotti e dei servizi energetici, tra cui la benzina e l’elettricità. Tuttavia, gli affitti sono rimasti fermi e i prezzi dei veicoli usati sono aumentati ulteriormente.
Il rapporto è stato pubblicato mentre i funzionari della Banca Centrale statunitense si preparano per una riunione politica di due giorni, tra il 13 e il 14 giugno.
“Probabilmente ci sarebbe voluta una significativa sorpresa al rialzo dell’inflazione per convincere la Fed a un rialzo a giugno“, ha dichiarato Seema Shah, chief global strategist di Principal Asset Management. “Tuttavia, con un’inflazione core annuale in ulteriore aumento a maggio e a seguito del forte rapporto sui posti di lavoro, la riunione della Fed di luglio è molto importante“.
Il mese scorso il CPI è aumentato dello 0,1% grazie al calo dei prezzi della benzina, mentre ad aprile era aumentato dello 0,4%.
Nei 12 mesi fino a maggio, l’indice dei prezzi al consumo negli Usa è salito del 4,0%. Si è trattato dell’aumento più contenuto su base annua da marzo 2021 e ha fatto seguito all’aumento del 4,9% di aprile.
Il CPI annuale ha raggiunto un picco del 9,1% nel giugno 2022, il più grande aumento dal novembre 1981, e si sta riducendo man mano che i grandi aumenti dell’anno scorso escono dal calcolo.
Ora gli economisti ritengono che il graduale rallentamento dell’inflazione dia alla Fed un buon motivo per sospendere l’inasprimento della politica monetaria durante la riunione di mercoledì, dopo che a marzo 2022 intraprese la più rapida e dura campagna di rialzo dei tassi di interesse in oltre 40 anni.
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