Oggi, lunedì 19 giugno, i prezzi globali del petrolio sono scesi di oltre 1 dollaro, facendo marcia indietro rispetto ai guadagni della scorsa settimana.
Il motivo principale di questo calo sono le incertezze sull’economia cinese, che hanno superato i tagli alla produzione dell’OPEC+ e il settimo calo consecutivo del numero di impianti di perforazione per petrolio e gas operanti negli Stati Uniti.
Nelle prime ore del mattino, il Brent è sceso di 78 centesimi, o dell’1%, a $ 75,83 al barile, dopo essere sceso di 1,27 dollari a $ 75,34; mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) è sceso di 76 centesimi, o dell’1,1%, a $ 71,02, dopo essere sceso di 1,15 dollari a $ 70,63.
La scorsa settimana, il Brent ha registrato un guadagno del 2,4% e il WTI del 2,3%.
“Le incertezze economiche della Cina potrebbero aver causato il crollo dopo due giorni di rimbalzo dei mercati petroliferi, in vista della decisione della People’s Bank of China (PBOC) sui tassi di riferimento per i prestiti (LPR) di questa settimana“, ha dichiarato Tina Teng, analista di CMC Markets.
Inoltre, alcune delle principali banche hanno tagliato le previsioni di crescita del prodotto interno lordo (PIL) della Cina per il 2023, dopo che i dati di maggio della scorsa settimana avevano mostrato che la ripresa post-COVID della seconda economia mondiale stava vacillando.
Nel frattempo, molti esperti ed analisti prevedono che martedì la PBOC taglierà i tassi d’interesse di riferimento sui prestiti, dopo che la settimana scorsa ha ridotto in modo analogo i prestiti politici a medio termine per sostenere una ripresa economica traballante.
Inoltre, alcune fonti hanno dichiarato a Reuters che la Cina intende aumentare gli stimoli a sostegno dell’economia in rallentamento quest’anno, ma le preoccupazioni per il debito e la fuga di capitali manterranno le misure mirate a sostenere la debolezza della domanda nel settore dei consumi e in quello privato.
Va anche precisato che a maggio la produzione delle raffinerie cinesi è aumentata, raggiungendo il secondo totale più alto mai registrato e contribuendo a stimolare i guadagni della scorsa settimana, mentre per la prima volta dal luglio 2020 le aziende energetiche statunitensi hanno ridotto il numero di impianti di perforazione del petrolio e del gas naturale per la settima settimana consecutiva.
Secondo quanto dichiarato da Edward Moya, analista senior di OANDA, i prezzi del petrolio sono scesi lunedì anche per le aspettative che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) e i suoi alleati, tra cui la Russia (OPEC+), faranno fatica a rispettare le quote di produzione.
“Rosneft sta suggerendo che il cartello dei produttori di petrolio si concentra sulle esportazioni e non sulla produzione“, ha precisato Moya, riferendosi ai commenti di Igor Sechin, capo della major energetica russa Rosneft.
Intervenendo ad un forum economico sabato, Sechin ha affermato che sarebbe opportuno che l’OPEC+ monitorasse i volumi di esportazione del petrolio e le quote di produzione a causa delle diverse dimensioni dei mercati interni di ciascun Paese.
All’inizio del mese, l’OPEC+ aveva concordato un nuovo accordo sulla produzione del petrolio, con il maggiore produttore del gruppo, l’Arabia Saudita, che si è impegnato a tagliare drasticamente la sua produzione a luglio.
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