Durante la riunione di ieri, il CdA di Telecom Italia ha votato all’unanimità per concedere l’esclusiva al fondo Usa Kkr, ritenendo l’offerta “preferibile in termini di eseguibilità e relativa tempistica“, nonché “superiore rispetto all’offerta concorrente” presentata dal consorzio formato da CDP e Macquarie.

Il CdA ha quindi dato mandato all’amministratore delegato Pietro Labriola di avviare, in esclusiva, una negoziazione migliorativa con Kkr che porti il fondo Usa a “presentare, nel più breve tempo possibile compatibilmente con la complessità dell’operazione e comunque entro il 30 settembre un’offerta conclusiva e vincolante secondo i migliori termini e condizioni“, e a stabilire anche il perimetro, le modalità e i tempi per l’esecuzione dell’attività di due diligence confirmatoria“.

Una volta presentata, l’offerta verrà negoziata dal management prima di essere nuovamente sottoposta all’approvazione del CdA.

Inoltre, secondo quanto si legge in un comunicato della società, l’eventuale operazione avente ad oggetto la dismissione di NetCo resterà soggetta all’ottenimento delle autorizzazioni di legge, incluse quelle afferenti il processo di Golden Power e Antitrust.

Lo scoglio Vivendi

Nel frattempo ieri, mentre era in corso la riunione del CdA, sono arrivate nuove indiscrezioni secondo cui il primo azionista francese Vivendi – controllato dal miliardario Vincent Bolloré – ritenga l’offerta di Kkr troppo bassa, esprimendo di conseguenza la propria contrarietà alla decisione di Telecom Italia.

L’ atteggiamento del gruppo media francese, che continua in modo tacito a insistere sulla sua opposizione alla vendita della rete fissa, ha scatenato l’irritazione del governo Meloni, soprattutto perché i francesi di Bolloré non avrebbero, tra l’altro, una soluzione alternativa valida da presentare.

Di conseguenza per TIM la strada migliore da prendere, ha fatto notare un funzionario interpellato dal Financial Times è “questa, oppure un aumento di capitale“.

Il fatto che non vogliano perdere soldi sui loro investimenti è comprensibile, ma questo atteggiamento è piuttosto puerile, visto che l’alternativa a KKR – CDP e Macquarie – non si presenta affatto attraente“, ha continuato il funzionario, facendo riferimento al no di Vivendi.

Ieri il titolo TIM ha chiuso la giornata di contrattazioni registrando un calo del 2,85% a 0,2594 euro, in attesa dell’annuncio del CdA dopo l’esame delle due offerte non vincolanti presentate dal fondo americano e dall’asse CdP-Macquarie.

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