Il fallimento della Silicon Valley Bank e della banca cripto-friendly Signature Bank ha profondamente scosso i mercati, con i titoli bancari in Europa e Asia che stamattina hanno iniziato a perdere terreno.

Tuttavia, i titoli bancari statunitensi hanno registrato un leggero recupero nelle contrattazioni pre-market, dopo che le autorità USA si sono mosse per arginare il contagio. Domenica, il governo statunitense è intervenuto con una serie di misure di emergenza per sostenere la fiducia nel sistema bancario e garantire i depositi di tutti i correntisti.

La notizia ha aiutato il Nasdaq Composite a chiudere leggermente in rialzo la sessione odierna, con Bank of America (BAC.N) in aumento del 3% e JPMorgan (JPM.N) dell’1,9%, mentre le banche europee e asiatiche sono ancora sotto pressione.

All’inizio della giornata, l’indice bancario STOXX europeo è sceso del 2%, dopo aver perso il 3,78% venerdì, mentre l’indice bancario giapponese Topix ha perso il 4%.

Stessa sorte è toccata alle maggiori banche di Singapore, che hanno perso terreno con un calo dell’1% circa.

Anche le azioni della HSBC Holdings plc (uno dei più grandi gruppi bancari del mondo, nonché primo istituto di credito europeo per capitalizzazione con 157,2 miliardi di euro) sono scese dell’1,45% dopo che l’ente ha dichiarato che avrebbe acquisito la filiale britannica della Silicon Valley Bank in difficoltà per 1 sterlina (1,21 dollari).

Le autorità statunitensi annunciano un programma di prestiti di emergenza

Dopo un fine settimana drammatico, le autorità di regolamentazione statunitensi hanno messo in piedi un programma di prestiti di emergenza per consentire ai clienti degli istituti falliti di ritirare i loro fondi a partire da lunedì 13 marzo, con la Federal Reserve che ha anche reso più facile per le banche coinvolte ottenere prestiti in caso di necessità.

Secondo i calcoli dell’agenzia di stampa britannica Reuters, in seguito al crollo della scorsa settimana le banche statunitensi hanno perso oltre 100 miliardi di dollari di valore in borsa, mentre le banche europee hanno visto andare in fumo altri 50 miliardi di dollari.

La Fed non sta solo affrontando le preoccupazioni sul lato attivo del bilancio della banca, ma anche sul lato passivo, dove sta essenzialmente intervenendo in vista di una corsa agli sportelli più ampia, che può essere devastante e rapida nel far crollare qualsiasi istituto“, ha dichiarato Chris Weston, responsabile della ricerca di Pepperstone. “È probabile che si verifichino ulteriori migrazioni verso le banche più solide e che quelle con un’ampia base di attività e un basso livello di capitale proprio continuino a vedere i depositanti disinvestire il capitale“.

Il crollo della SVB si affianca alla chiusura della banca Silvergate, focalizzata sulle criptovalute, che la scorsa settimana ha reso noto il suo piano di cessazione delle attività e di liquidazione volontaria, all’indomani dell’implosione di FTX dello scorso anno.

Domenica le autorità statali statunitensi hanno chiuso anche la Signature Bank, con sede a New York, che è diventata l’ultima vittima delle turbolenze bancarie dopo SVB.