A luglio, l’inflazione nella zona euro è scesa, e i nuovi dati sulla crescita hanno mostrato una ripresa dell’attività economica nel secondo trimestre di quest’anno, portando alcune notizie positive nella regione.

Secondo i dati preliminari pubblicati questa mattina, a luglio l’inflazione complessiva nella zona euro si è attestata al 5,3%, in calo rispetto al 5,5% registrato a giugno. Tuttavia, rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea per il blocco dei 20 membri.

Nell’ultimo anno l’Eurozona ha lottato contro un’inflazione persistentemente elevata, che ha spinto la BCE ad attuare una serie di rialzi consecutivi dei tassi di interessi nel giro di un anno, con l’obiettivo di far scendere i prezzi.

La scorsa settimana, l’istituto di Francoforte ha nuovamente aumentato i tassi di un quarto di punto percentuale, portando il tasso di interesse principale al 3,75%.

Inizialmente, gran parte delle pressioni sui prezzi nell’area euro provenivano dagli alti costi dell’energia, aumentati soprattutto a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, mentre negli ultimi mesi sono stati i prezzi dei generi alimentari a incidere maggiormente.

A trainare l’inflazione nell’ultimo mese, sono stati ancora una volta i prodotti alimentari, l’alcol e il tabacco, con i prezzi che sono aumentati del 10,8% a luglio, anche se in misura inferiore rispetto ai mesi precedenti.

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Il PIL europeo batte le aspettative

I dati sull’inflazione europea si inseriscono in un contesto di crescita già debole, con una stagnazione del PIL (prodotto interno lordo) nel primo trimestre di quest’anno.

Tuttavia, un dato separato pubblicato lunedì ha mostrato un’accelerazione della crescita nel secondo trimestre 2023, con un’espansione dello 0,3%, superiore allo 0,2% previsto dagli analisti intervistati dai media.

Le economie di Francia e Spagna si sono dimostrate relativamente resistenti nel secondo trimestre, con la prima che ha registrato un tasso di PIL dello 0,5% e la seconda che si è espansa dello 0,4%.

La Germania, invece, si è dimostrata più debole nello stesso periodo di tre mesi, non riuscendo a registrare alcuna crescita.

In calo anche il PIL italiano, che ha registrato una flessione dello 0,3% nel secondo trimestre 2023.

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