Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e della banca cripto-friendly Signature Bank, che ha rischiato di scatenare una crisi più estesa, le autorità di regolamentazione statunitensi sono state costrette a intervenire con una serie di misure di emergenza.
In risposta, lunedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato alla Casa Bianca che il sistema bancario statunitense è “sicuro” e si è impegnato a imporre norme più severe sulle banche.
La strategia delineata da Biden
Nel tentativo di tranquillizzare gli investitori dopo il crollo di Silicon Valley Bank, Silvergate e in ultima battuta di Signature Bank, in un breve discorso alla stampa Biden ha specificato i tre punti chiave della strategia della sua amministrazione.
Il primo, i correntisti di SVB e delle altre banche – comprese le aziende – continueranno ad avere accesso ai propri conti correnti. Lo stesso però non si può dire per gli investitori, che non saranno rimborsati.
Il secondo punto riguarda i manager delle banche fallite in questi giorni, che – assicura Biden – saranno licenziati. Infine, in un messaggio rivolto ai cittadini, il presidente americano ha promesso che: “Nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti“.
Il caso Svb ha anche riacceso i riflettori sulla regolamentazione delle banche. Nel suo discorso, Biden ha annunciato che chiederà al congresso e alle autorità competenti di rafforzare le regole per il settore bancario.
Nel frattempo, il Tesoro americano e la Fed hanno istituito un programma di prestiti di emergenza per coprire le richieste dei clienti che vogliono ritirare i loro fondi dalle banche dopo il fallimento della Silicon Valley Bank. La Federal Reserve renderà disponibili ulteriori finanziamenti agli istituti coinvolti per assicurare che siano in grado di rispondere alle richieste dei clienti, dicendosi pronta ad affrontare ogni problema di liquidità che potrebbe sorgere.
La FDIC ha anche istituito una banca “ponte” per consentire ai clienti della Signature Bank di accedere ai loro fondi nella mattinata di lunedì 13 marzo.
Giù le banche in tutto il mondo
Intanto sui listini di tutto il mondo i titoli bancari hanno registrato cali generalizzati durante le sedute di riferimento.
All’inizio della giornata l’indice bancario STOXX europeo è sceso del 2%, con Milano che cede il 3,5% a fine mattinata, mentre l’indice bancario giapponese Topix ha perso il 4%. Stessa sorte è toccata alle maggiori banche di Singapore, che hanno perso terreno con un calo dell’1% circa.
In profondo rosso soprattutto le medie banche USA: a un’ora dall’apertura di Wall Street First Republic Bank perde il 76%, Western Alliance il 74% e PacWest oltre il 50%. Tra i colossi bancari, Wells Fargo e JPMorgan scendono rispettivamente del 6,5 e dell’1,6%, Goldman Sachs del 2,5%, Citi del 6,5% e Bank of America del 3,6%.
A seguito di questi disastrosi crolli, Biden è apparso intenzionato a introdurre nuove normative per la prima volta dopo la crisi economica del 2008.
In particolare, il presidente ha promesso che chiederà al Congresso e alle autorità di regolamentazione di rafforzare le norme per garantire che tali scenari abbiano meno probabilità di verificarsi, al fine di proteggere i posti di lavoro americani, gli investitori e le piccole imprese.
La Silicon Valley Bank è stata costretta a chiudere i battenti dall’autorità di regolamentazione dello Stato californiano, dopo che venerdì non è riuscita a tenere il passo con la crescente domanda di prelievi da parte dei clienti. Mentre, dall’altra parte, il regolatore finanziario dello Stato di New York (NYDFS) ha chiuso la Signature Bank nella notte italiana di domenica “per proteggere i depositanti“.
Sia la Signature Bank che la Silicon Valley Bank collaboravano con società che si occupano di criptovalute, rendendole così i loro partner bancari d’elezione. Pertanto, la chiusura di entrambi gli istituti desta preoccupazione per l’intero settore, che ora si chiede come potrà facilitare i pagamenti tra clienti, exchange ed hedge fund in futuro.
Tuttavia, almeno per il momento, sembra che il mercato cripto abbia reagito bene al duro colpo, con Bitcoin ed Ethereum in rialzo di oltre l’8%. Nel momento in cui scriviamo, BTC viene infatti scambiato a 23.560 dollari, con un rialzo del 14,77% nelle ultime 24 ore, mentre ETH viene scambiato a $ 1.560 con un aumento dell’8,01% rispetto alle 24 ore precedenti.