Il dollaro statunitense continua a perdere terreno mentre gli investitori attendono i dati sull’inflazione USA per capire se le pressioni sui prezzi si stiano effettivamente attenuando e quale impatto questi dati possano avere sui futuri aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
I dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) negli Stati Uniti, attesi per domani, dovrebbero mostrare a marzo un rialzo mensile dello 0,2% dell’inflazione headline, e dello 0,4% per quella core.
In molti ora si aspettano che la Federal Reserve aumenti i tassi di altri 25 punti base nella riunione di inizio maggio, per poi fare una pausa a giugno. I mercati prevedono anche che la Fed allenti la stretta monetaria entro la fine dell’anno a causa di una prevista recessione, nonostante i funzionari della Banca Centrale abbiano sottolineato la necessità di mantenere i tassi alti per ridurre l’inflazione.
“I numeri dell’inflazione potrebbero fare la differenza tra un aumento di 25 punti base o una pausa alla prossima riunione della Fed a maggio“, ha affermato Matt Simpson, analista di mercato senior presso City Index, aggiungendo che “i mercati potrebbero tornare rapidamente a riprezzare una pausa in politica monetaria qualora i dati dovessero rivelarsi più deboli del previsto“.
I solidi dati sull’occupazione di marzo hanno portato ad un aumento delle aspettative di un ulteriore rialzo dei tassi di interesse. I numeri di venerdì scorso hanno mostrato che nella prima economia mondiale sono stati creati 236.000 posti di lavoro il mese scorso, mentre il tasso di disoccupazione è calato al 3,5%.
Nel frattempo, la sterlina è scesa dello 0,12% a 1,2412 dollari contro il biglietto verde, mentre l’euro è salito dello 0,1% a 1,0920 dollari, dopo aver toccato il massimo di un mese la scorsa settimana.
Il dollaro scivola anche rispetto allo yen giapponese, con un calo dello 0,4% a 133,06 yen, dopo un balzo dell’1,1% ieri su cui ha influito il nuovo governatore della Bank of Japan (BoJ), Kazuo Ueda, che in occasione del suo insediamento ha promesso di mantenere una politica monetaria ultra-accomodante.
Sul fronte delle criptovalute, Bitcoin (BTC) ha superato il livello chiave di 30.000 $ per la prima volta in dieci mesi, con un rialzo dell’1,94% a 30.226 $.