Dopo il contagio che si è diffuso sui mercati in seguito ai crolli di LUNA, Celsius, FTX e altri grandi exchange cripto, si è diffusa la preoccupazione che ci fossero molti altri operatori esposti ai mercati delle criptovalute.

Ora si teme nuovamente che grandi banche come Silvergate possano aver avuto un’esposizione eccessiva alle cripto, creando non pochi problemi per il settore in futuro.

Allarme Silvergate: cosa sta accadendo nel mondo cripto?

Il settore delle criptovalute ha un’altra gatta da pelare! L’ultimo allarme in ordine cronologico riguarda la Silvergate Bank, la banca californiana specializzata nell’offrire servizi finanziari a società digitali e cripto-aziende.

Controllata dalla Silvergate Capital Corporation, è stata una delle prime grandi banche a offrire servizi bancari alle società di criptovalute e negli ultimi anni è stata estremamente redditizia nell’emettere prestiti ad alcuni dei maggiori operatori del settore.

Tuttavia, il 2022 è stato un anno terribile per Silvergate, in particolare dopo il crollo di giganti come FTX, e ora circolano voci secondo cui potrebbe anche essere funzionalmente insolvente.

A causa di questi timori di insolvenza, alcune società cripto hanno preso le distanze dall’intermediario finanziario, con Coinbase che di recente ha annunciato che non avrebbe più accettato o avviato pagamenti con la banca Silvergate.

Da cosa nasce l’incertezza legata a Silvergate?

La Silvergate Capital Corporation, ossia la società che controlla la Silvergate Bank, ha recentemente dichiarato che non riuscirà a presentare il proprio rapporto finanziario annuale annuale 10K alla Security and Exchange Commission (SEC) entro il termine previsto.

Come conseguenza di ciò, la banca californiana ha visto ieri il suo titolo quotato al Nasdaq crollare drasticamente di un -52% ed ha dichiarato di non essere certa della sua capacità di continuare a operare sul mercato. A fronte di tutto questo, la sua capitalizzazione è scesa sotto i 500 milioni di dollari.

Il 17 gennaio Silvergate aveva comunicato i risultati finanziari preliminari – non certificati – per il 2022, che evidenziavano una perdita di 948,7 milioni di dollari a fronte di un utile netto di 75,5 milioni nel 2o21.

A quanto pare per fare cassa la società avrebbe venduto degli asset in forte perdita, ma questo potrebbe comunque non bastare a sistemare la situazione.

Analizzando i dati si evince come nel novembre del 2021 il titolo Silvergate valesse 240 dollari. Nella primavera del 2022, quando il settore cripto ha iniziato ad essere travolto da una serie di crack a cascata, le azioni si erano già quasi dimezzate in area 130 dollari. A inizio novembre, quando il mercato delle criptovalute è stata scosso dal fallimento a sorpresa dell’exchange FTX, un’azione Silvergate valeva 63 dollari, per poi chiudere l’anno a 11 dollari.

Diversi operatori del settore, come Coinbase, Circle e Paxos e il fondo hedge Galaxy Digital hanno comunicato di avere una minima esposizione con la cripto-banca e di aver sospeso depositi e prelievi verso Silvergate. Nel dubbio anche le azioni di Coinbase sono crollate (-6%) in una seduta in cui il valore di Bitcoin (BTC) è sceso di oltre il 5% da 23.500 a 22.240 $ in poco più di 60 minuti.

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