Finora è stato un lunedì abbastanza tranquillo, con i futures azionari statunitensi ed europei in leggero rialzo, dopo aver trascorso un fine settimana senza il crollo di un’altra banca.
A sostenere le Borse europee il recupero di Credit Suisse (+0,71%) e di Deutsche Bank (+3,40%), ma anche l’indice Ifo (Business Climate Index) in Germania che a marzo è balzato a 93,3 punti, oltre le attese.
Anche le Borse statunitensi recuperano terreno in avvio di seduta, complice la notizia che Citizens Bank acquisterà i depositi e gli impieghi della fallita Silicon Valley Bank.
Gli indici europei e statunitensi rimbalzano
Oggi gli indici europei hanno aperto la giornata al rialzo, con il Dax a +0,80%, il Cac40 a +0,85%, il Ftse100 a +0,63% e il Ftse Mib che segna un +0,96% a 26.139 punti alle 10:45 di lunedì 27 Marzo, grazie ad alcune banche. Tra i titoli di Piazza Affari, sono state particolarmente brillanti le performance di Prysmian, che sale del 2,4%, IVECO e CNH dell’1% e SNAM dell’1,2%.
Inoltre, in Germania l’indice Ifo è balzato a 93,3 punti a marzo, sopra i 91,1 punti di febbraio e alla stima degli economisti a 90,9 punti.
Anche negli Stati uniti c’è stato un certo sollievo per via dell’acquisizione di SVB da parte della First Citizens BancShares, che acquisterà tutti i suoi depositi dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). Si è parlato anche della possibilità che la Federal Reserve espanda il suo nuovo programma di prestiti per le banche come ulteriore passo per rassicurare i depositanti e scongiurare una crisi bancaria ancora più estesa.
Nel frattempo, il denaro sta chiaramente uscendo dalle banche più piccole per confluire nelle loro sorelle maggiori e verso i fondi del mercato monetario, che hanno registrato un afflusso di oltre 300 miliardi di dollari nell’ultimo mese, raggiungendo la cifra record di 5,1 trilioni di dollari.
BofA osserva, inoltre, che i due precedenti eventi di questo tipo, nel 2008 e nel 2020, sono stati seguiti da tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense (Fed).
I futures sui Fed funds (ossia i contratti finanziari che rappresentano l’opinione del mercato su dove si troverà il tasso ufficiale giornaliero dei fondi federali al momento della scadenza del contratto) mostrano ora una probabilità dell’88% che la Fed rimanga ferma a maggio, mentre un taglio a luglio è quotato al 90%.
Intanto, i depositi delle piccole banche sono scesi di 120 miliardi di dollari nella settimana del 15 marzo, mentre i prestiti sono aumentati di 253 miliardi di dollari, presumibilmente in gran parte provenienti dalla Federal Reserve.
L’azienda londinese di ricerca economica indipendente Capital Economics ha sottolineato che nell’ultimo anno i depositi di tutte le banche sono diminuiti di 663 miliardi di dollari, a causa della ricerca di rendimenti più elevati da parte degli investitori.
“A meno che le banche non siano disposte ad aumentare i tassi sui depositi per evitare questa fuga, alla fine dovranno ridurre le dimensioni dei loro portafogli di prestiti, e la conseguente compressione dell’attività economica sarà un altro motivo per prevedere una recessione imminente“, avverte l’istituto.
Anche le banche europee si trovano ad affrontare tensioni simili, con l’aggiunta delle pressioni speculative su Deutsche Bank e un generale aumento del costo dei credit default swap. Venerdì, i CDS quinquennali della banca tedesca hanno raggiunto i 222 punti base, il massimo dalla fine del 2018, mentre i CDS di UBS sono saliti a 139 bps.
Nel frattempo, Credit Suisse ha dovuto chiedere un prestito di 54 miliardi di dollari alla Banca Centrale Svizzera per sanare i suoi bilanci, prima di essere acquisita da UBS Group AG per 3 miliardi di franchi svizzeri (circa 3,23 miliardi di dollari).
A seguito della fusione forzata, non solo i clienti hanno ritirato il proprio denaro, ma le controparti hanno chiesto ulteriori garanzie per continuare a fare affari, un segnale poco incoraggiante quando un prestito interbancario si basa così tanto sulla fiducia.