aprire partita iva come fare

Quando si svolge un’attività di impresa o di lavoro autonomo è necessario aprire una partita IVA, ossia un codice identificativo di 11 cifre attribuito dall’Agenzia delle Entrate alle società e alle persone fisiche, per consentire al titolare di lavorare e pagare le tasse.

Nonostante aprire una partita IVA sia piuttosto facile e soprattutto gratuito, sono molti gli interrogativi che riguardano i costi e le procedure burocratiche da seguire. In particolare, una delle domande più frequenti che spesso ci si pone è quanto costa aprire una partita IVA, perché quando si inizia una nuova attività da zero è necessario pianificare con precisione le spese da sostenere per evitare di incorrere in brutte sorprese.

In questo articolo cercheremo di fare luce sulla questione, analizzando tutte le informazioni utili su come aprire una partita IVA e sui costi da sostenere.

Che cos’è e a cosa serve la partita IVA?

Come dicevamo, la partita IVA è un codice numerico che identifica una società o una persona fisica che intende esercitare un’attività professionale o imprenditoriale. Questo codice identificativo è composto da 11 cifre, così suddivise:

  • I primi 7 numeri collegano la partita IVA al contribuente che ne è titolare;
  • I successivi 3 corrispondono al codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate;
  • L’ultimo numero ha una funzione di controllo.

La partita Iva va aperta nel momento in cui si decide di avviare un’attività e rimane valida fino alla chiusura dell’attività stessa o quando il contribuente ne comunica la cessazione.

I soggetti obbligati ad aprire una partita IVA sono tutti coloro che svolgono attività autonoma, in forma individuale o tramite società. Inoltre, l’apertura della partita IVA è obbligatoria in tutti i casi in cui l’attività professionale o di impresa viene svolta in modo abituale e continuativo, a prescindere dal volume dei compensi percepiti durante l’anno e dal numero di giorni in cui si è svolta l’attività lavorativa.

A tal proposito, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che con il termine “abituale” si intende un’attività che si ripete costantemente nel tempo e che necessita dell’impegno intellettuale o materiale per essere svolta. È considerata abituale anche la predisposizione dei mezzi e degli strumenti necessari a svolgere l’attività, come nel caso della pubblicità online o l’iscrizione a portali per trovare lavoro online (si pensi, ad esempio, a Freelance, Upwork e simili).

Come aprire partita IVA

Come anticipato, aprire una partita IVA è facile e soprattutto gratuito: basta recarsi presso l’Agenzia delle Entrate con un documento di riconoscimento e avviare la procedura. In alternativa, si può anche fare richiesta tramite l’apposito portale online dell’Agenzia oppure inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Per quanto riguarda i moduli da presentare, le persone fisiche devono compilare il Modello AA9/12, mentre le società il Modello AA7/10. È possibile presentare il modulo sia in modalità cartacea, presentandosi personalmente, o tramite delega, presso uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate, sia telematicamente, attraverso i servizi online messi a disposizione dall’AdE, oppure tramite un intermediario, come un commercialista.

La procedura deve essere avviata entro 30 giorni dall’avvio dell’attività, definendo:

  • Il codice ATECO, ossia il codice di sei numeri che identifica l’attività prevalente svolta. La classificazione tramite codice Ateco serve per capire quale è il regime fiscale (forfettario o ordinario) e contributivo che si applica a chi svolge una certa attività economica. Attraverso questo codice, la pubblica amministrazione può quindi stabilire quali sono gli adempimenti e le prescrizioni che la legge prevede per quella specifica attività. La scelta del codice ATECO è importante anche perché da esso dipende il calcolo del reddito imponibile, l’attribuzione di una fascia di rischio dell’attività stessa e la possibilità di accedere a incentivi e bonus fiscali;
  • La cassa previdenziale per il versamento dei contributi. Se la propria attività non prevede una cassa previdenziale, è necessario iscriversi alla Gestione separata Inps, mentre nel caso degli artigiani e dei commercianti bisogna iscriversi alla gestione Inps riservata a queste categorie.
  • L’attività economica prevalente, ossia l’attività dalla quale deriva, nel corso del periodo d’imposta, il maggiore ammontare di ricavi o di compensi. Per individuare l’attività prevalente bisogna sempre fare riferimento alla stessa categoria reddituale: ad esempio, se una persona svolge diverse attività, alcune sotto forma di impresa e altre come lavoratore autonomo, dovrà individuare la propria attività prevalente in ciascuna delle due categorie.
  • Il regime fiscale applicabile, scegliendo tra quello ordinario e quello forfettario. Nel primo caso si applicano le aliquote ordinarie agli incassi ottenuti e si dovranno sostenere costi aggiuntivi per l’iscrizione alla Camera di commercio. Il regime forfettario, invece, prevede una contabilità semplificata e si applica solo quando i ricavi o i compensi percepiti non superano gli 85.000 € annui e non sono state sostenute spese superiori ai 20.000 € per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi erogati ai collaboratori. Il regime forfettario prevede una tassazione agevolata al 15 o al 5% per i primi cinque anni, ma non consente di scaricare le spese sostenute per l’attività.

Come aprire una partita IVA online?

Da qualche anno è possibile aprire la Partiva IVA anche online, senza più doversi presentare personalmente agli uffici preposti come INPS, Agenzia delle Entrate o Camera di Commercio.

La procedura da seguire per aprirla gratuitamente e in autonomia consiste nel compilare il modello di inizio attività (AA9/12 o AA7/10), scaricabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, e inviarlo telematicamente dopo aver effettuato la registrazione a Fisconline. Una volta completata la proceduta, bisogna attendere che l’Agenzia delle Entrate comunichi il numero di Partita IVA.

In alternativa, è possibile affidarsi direttamente ad un professionista abilitato, esperto di queste procedure e che successivamente si occupi anche della gestione contabile.

Quanto costa aprire una Partita IVA?

aprire partita iva come fare 2

Dal punto di vista burocratico, la procedura per aprire una partita IVA è completamente gratuita. Tuttavia, i titolari di partita IVA sono tenuti a scegliere il tipo di regime fiscale da applicare alla propria attività, optando tra il regime forfettario e il regime ordinario. A seconda del regime scelto, sono previsti dei costi di mantenimento della partita Iva e per l’eventuale consulenza di studi o professionisti.

Per quanto riguarda il regime forfettario i costi principali sono:

  • compenso del commercialista;
  • applicazione dell’aliquota agevolata del 5 o del 15% sugli incassi per i primi cinque anni di attività;
  • pagamento dei contributi Inps o alla cassa previdenziale di appartenenza.

Per il regime ordinario, invece, si dovranno sostenere i costi per:

  • la consulenza e l’assistenza del commercialista;
  • la Camera di Commercio;
  • il pagamento dell’Irpef;
  • la gestione separata Inps o della cassa di appartenenza;
  • il versamento dell’Irap;
  • il pagamento dell’Iva su ogni fattura.

Oltre al regime fiscale, il costo annuale della Partita IVA può variare anche in base alla zona geografica in cui si opera. Per esempio, a Roma una partita IVA con regime forfettario spende meno delle altre, intorno ai 1.000 € annui, mentre una partita IVA con regime ordinario può arrivare a pagare anche fino a 10 mila Euro all’anno.

In ogni caso, il principale obbligo legato all’apertura della partita IVA è l’emissione della fattura per determinare i compensi connessi alla cessione di beni o alla prestazione di servizi, e stabilire in ultima analisi il reddito di impresa o da lavoro autonomo ai fini delle imposte dirette.

Ulteriori adempimenti in base all’attività svolta

I passaggi burocratici per aprire una partita IVA possono variare in base all’attività svolta. In alcuni casi sono infatti previste autorizzazioni e registrazioni aggiuntive, oltre all’obbligo di versare i contributi INPS. Di seguito, analizziamo i principali adempimenti che si possono presentare.

Consulenti e professionisti

Non sono previsti adempimenti particolari per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti (come medici e ingegneri), che possono iniziare a lavorare subito dopo aver aperto la partita IVA.

Per iniziare a svolgere queste attività è infatti sufficiente la partita IVA, senza doversi iscrivere al registro delle imprese. Tuttavia, per lavorare in modo continuativo, è necessaria l’iscrizione alla Gestione separata INPS per versare i contributi pensionistici. Inoltre, per alcuni professionisti è prevista l’iscrizione a una cassa pensionistica apposita, come la Cassa degli Ingegneri o la Cassa degli Architetti.

Commercianti e artigiani

Per avviare un’attività commerciale o artigianale che produce/vende beni o servizi, oltre alla partita IVA, è necessaria l’apertura di una ditta individuale. Gli esempi più tipici sono i commercianti, gli idraulici e i ristoratori.

Inoltre, quando si svolge un’attività di impresa individuale sono previsti ulteriori adempimenti, come l’obbligo di iscrizione alla CCIAA (Camera di Commercio), l’iscrizione al registro delle imprese e altre procedure apposite in base al tipo di attività svolta, come ad esempio la presentazione della SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) per l’apertura di un negozio o l’ottenimento dell’HACCP (il certificato che attesta l’igiene e della sicurezza del settore alimentare) per avviare un ristorante.

Anche in questo caso si dovranno versare i contributi pensionistici ma, a differenza dei professionisti, è necessaria l’iscrizione alla Gestione commercianti e artigiani (e non alla Gestione separata INPS).

Vendita di beni e servizi online (E-Commerce)

Dal momento che la vendita di beni e/o servizi online (e-commerce) è equiparabile a una attività commerciale, anche in questi casi è obbligatorio aprire una partita IVA.

Questo perché quando si espongono su un portale o su un sito web una serie di oggetti con l’intento di venderli e l’esposizione dura nel tempo, l’e-commerce assume i requisiti di continuità e abitualità tipici dell’attività imprenditoriale, anche se si vendono pochissimi prodotti nel giro di un anno. In altre parole è come se si avesse un negozio fisico a tutti gli effetti, pur esercitando un’attività di e-commerce.

Attività di sfruttamento del diritto d’autore

Il diritto d’autore, disciplinato in Italia dalla Legge n. 633/1941, è una branca del diritto che consente agli autori di un’opera dell’ingegno di concedere a terzi il suo utilizzo o sfruttamento economico in cambio di un compenso. Questa disciplina riguarda sia le opere artistico-letterarie, che quelle visive, figurative e di carattere creativo.

Un esempio tipico è quello di alcuni giornalisti che scrivono articoli e li cedono a testate giornalistiche sotto forma di sfruttamento economico del diritto di autore. Chi svolge la propria attività attraverso questa forma contrattuale beneficia di un regime fiscale di favore, che comporta deduzioni forfettarie in misura:

  • del 25% sui proventi se il beneficiario ha un’età pari o superiore ai 35 anni, alla data di percezione dei redditi dichiarati;
  • del 40% sui proventi se il beneficiario ha un’età inferiore ai 35 anni.

Partita IVA e contributi previdenziali (INPS o gestione separata)

Infine, l’apertura di una partita IVA comporta il versamento dei contributi previdenziali (INPS), con modalità differenti a seconda della categoria professionale di appartenenza.

Nel caso dei professionisti iscritti alla Gestione separata Inps, si dovrà pagare il 26% circa calcolato sull’imponibile fiscale al momento della dichiarazione dei redditi. Per gli agenti di commercio, i commercianti e gli artigiani, il contributo minimo è di circa 3.600 € annui anche se si fattura zero. I contributi minimi vengono calcolati su un imponibile base di circa 15.000 €, pagando un’eventuale integrazione se l’imponibile supera questo importo.

In entrambi i casi, i contributi previdenziali si pagano a scadenze trimestrali. Inoltre, chi lavora come dipendente a tempo pieno e apre una ditta individuale come secondo lavoro non sarà tenuto a versare ulteriori contributi INPS.

Domande frequenti

Come aprire una Partita IVA?

Quali documenti servono per aprire la partita IVA?

Si può aprire la partita IVA e lavorare anche come dipendente?

Quanto tempo serve per aprire la partita IVA?

Quanto costa aprire una partita IVA?