Dopo la decisione della BCE di alzare il costo del denaro di un altro 0,25%, sono aumentate anche le rate dei mutui a tasso variabile.
È quanto emerge dall’analisi mensile dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), aggiornata al mese di maggio, con particolare riferimento all’andamento dei tassi sui mutui e sulla raccolta bancaria.
In aumento i tassi sui mutui e sui finanziamenti alle imprese
Gli effetti della politica monetaria restrittiva della BCE continuano a riflettersi sull’economia dell’eurozona e dell’Italia, ripercuotendosi sulle principali grandezze del mercato bancario.
L’aumento maggiore riguarda i tassi applicati dalle banche ai prestiti concessi sia alle famiglie che alle imprese. In particolare, a maggio 2023, il tasso medio sui mutui per l’acquisto di abitazioni è salito al 4,24%, rispetto al 4,03% registrato nel mese di aprile.
Sebbene il rialzo attuale sia nettamente inferiore a quello registrato durante la crisi finanziaria del 2007, quando i tassi d’interesse per l’acquisto della casa erano saliti al 5,72%, rimane comunque superiore al 2,05% di giugno 2022, prima che la Banca Centrale europea avviasse la sua politica monetaria restrittiva che, finora, ha determinato un aumento complessivo dei tassi pari a 400 punti base.
In aumento anche il tasso medio per i finanziamenti alle imprese, che passa dal 4,43% di aprile al 4,90% di maggio, rispetto all’1,44% di giugno 2022 e al 5,48% di fine 2007.
Nel complesso, il tasso medio sul totale dei prestiti a maggio è stato del 4,12%, a fronte del 3,99% del mese precedente (2,21% a giugno 2022, 6,18% a fine 2007).
Rincari di oltre il 50% in quasi un anno
Chi compra casa adesso deve fare i conti anche con un evento molto raro, che negli ultimi 10 anni si è verificato solamente a settembre 2019: da marzo scorso, il tasso variabile ha superato quello fisso, diventando più caro.
Solitamente il variabile ha tassi (almeno inizialmente) più bassi, perché già comprensivo del rischio di futuri aumenti; col fisso, invece, il mutuatario ha la sicurezza di una rata che non cambierà più.
Attualmente, le offerte migliori sui variabili sono attorno al 4,2%, mentre per chi sceglie il fisso (circa 8 mutui su 10 in Italia) viaggia sul 3,5%.
Inoltre, chi ha già in essere un finanziamento a tasso variabile sta assistendo a un’ulteriore lievitazione delle proprie rate mensili.
Prendendo come esempio un mutuo di 140mila euro con scadenza 25 anni: a gennaio del 2022 la rata costava poco meno di 500 euro, mentre ora è salita a 750 euro e si prevede arriverà a sfiorare gli 800 euro a novembre, quando il tasso Euribor (ossia quello preso a base di calcolo per la determinazione delle rate) dovrebbe raggiungere il suo picco.
Tuttavia, verso la fine dell’anno, i tassi interbancari dovrebbero iniziare a stabilizzarsi, per poi scendere gradualmente nel corso del 2024 qualora l’inflazione smetta di correre.
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