Dopo il rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona e in Italia, arrivano buone notizie anche dal Regno Unito, dove l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato del 7,9% nei 12 mesi fino a giugno 2023, in calo rispetto all’8,7% di maggio.
Ad annunciarlo è l’Office for National Statistics, l’istituto nazionale di statistica (ONS), secondo cui l’inflazione britannica è scesa più del previsto a giugno, superando le attese degli economisti, che avevano indicato un risultati dell’8,1%.
l’aumento dei prezzi su base annua continua a essere ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Banca d’Inghilterra.
Su base mensile, l’IPC è aumentato dello 0,1%, al di sotto delle previsioni dello 0,4%, mentre l’inflazione di fondo – che esclude i prezzi volatili di energia, cibo, alcol e tabacco – è rimasta stabile al 6,9% annualizzato, ma è scesa dal massimo di 31 anni del 7,1% di maggio.
Secondo quanto dichiarato mercoledì dall’ONS, il calo dei prezzi dei carburanti ha contribuito maggiormente alla variazione mensile del tasso annuo dell’IPC e, sebbene i prezzi dei generi alimentari siano aumentati a giugno, l’incremento è stato comunque inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Contestualmente, la sterlina è crollata dello 0,6% rispetto al dollaro, aggirandosi intorno a 1,296 $ alle 7:50 ora di Londra.
Secondo il Segretario al Tesoro John Glen, il rallentamento dell’inflazione, superiore alle aspettative, è “molto incoraggiante“, ma sia il Tesoro che la Banca d’Inghilterra continueranno a lavorare per cercare di dimezzare il tasso d’inflazione quest’anno e riportarlo all’obiettivo prefissato del 2%.
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