Secondo l’ultimo rapporto dell’OAM, l’Organismo che gestisce gli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi, l’Italia è al secondo posto tra i 10 Paesi europei con il maggior PIL (Prodotto Interno Lordo), per numero di Prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valute virtuali e Prestatori di servizi di portafoglio digitale (VASP).
Dal report emerge che alla fine del primo trimestre del 2023 sono 690mila gli italiani che detengono criptovalute per un controvalore di poco superiore al miliardo di euro, il che vuol dire circa 1.500 euro a testa.
Sono invece 1,17 milioni i clienti complessivi che hanno un conto attivo presso un VASP, ossia presso un fornitore di servizi legati agli asset virtuali. Dal rapporto risulta anche che, tra gli utenti attivi, il 65% appartiene alla fascia tra 18 e 40 anni, il 40% ha meno di 30 anni e solo il 5% ha più di sessant’anni.
In Italia sono presenti 127 punti fisici e 77 ATM
In base a quanto emerso dal rapporto, i 109 VASP nella forma di persone giuridiche iscritti alla Sezione speciale del Registro OAM erogano i servizi alla clientela anche attraverso 127 punti fisici e 77 ATM. I punti fisici sono concentrati in Lombardia (18%), seguita dal Lazio (17%) e dalla Toscana (13%).
Dei 74 operatori che hanno trasmesso i dati all’OAM, 53 società sono classificabili come “piccole” (ossia con un numero di clienti inferiore a 500), 15 appartengono alla categoria “exchange medi” (tra 500 e 50.000 clienti) e solo 6 sono classificabili come grandi, poiché hanno trasmesso dati relativi a oltre 50mila clienti.
Per quanto riguarda la clientela, il 99,88% è rappresentato da persone fisiche e solo lo 0,12% da persone giuridiche concentrate al Nord e al Centro (rispettivamente 46 e 30%).
Infine, sul fronte della lotta all’abusivismo, l’OAM ha individuato 16 soggetti che sembrerebbero svolgere l’attività di VASP senza essere iscritti al Registro speciale. In particolare, sono stati analizzati 65 soggetti: il 25% del campione (16 soggetti su 65) ha un sito internet in lingua italiana e il 5% (3 soggetti su 65) un social network in lingua italiana.
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