Nel prossimo incontro del G7 i leader di Giappone, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia, Germania e Italia definiranno una strategia globale per gli asset digitali, tra le persistenti preoccupazioni sui potenziali rischi per il sistema finanziario mondiale.
Il piano fa seguito al crollo dell’exchange FTX a novembre, che ha messo a nudo la scarsa governance del settore.
Il G7 collaborerà a un quadro normativo più severo per le criptovalute
In base a quanto riferito il 25 marzo dall’agenzia di stampa giapponese Kyodo News, il prossimo incontro del G7 – l’organizzazione intergovernativa delle sette maggiori potenze economiche a livello mondiale (ossia Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America) – potrebbe portare all’introduzione in tutto il mondo di una regolamentazione più severa sulle criptovalute, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza delle imprese e la tutela dei consumatori.
Secondo alcuni funzionari a conoscenza del piano, il Gruppo dei Sette accelererà il ritmo delle relative discussioni in vista di una riunione dei ministri delle finanze e dei banchieri centrali a metà maggio, pochi giorni prima che il primo ministro giapponese Fumio Kishida ospiti il vertice di quest’anno a Hiroshima.
Oltre al crollo dell’ecosistema Terra-Luna a maggio e dell’exchange cripto FTX a novembre, a spingere verso questa stretta normativa è anche la recente crisi del sistema finanziario globale, esacerbata dai due improvvisi fallimenti bancari avvenuti questo mese negli Stati Uniti, quello della Silicon Valley Bank, specializzata nei rapporti con le start-up tecnologiche, e della Signature Bank, che si occupava di criptovalute.
Tra i membri del G7, il Giappone ha già una normativa sulle criptovalute, mentre il quadro normativo dell’Unione Europea (MiCA) entrerà in vigore nel 2024. Anche il Regno Unito sta gradualmente sviluppando nuove leggi in materia, con la recente introduzione di una categoria speciale di crypto-asset nei moduli per la dichiarazione dei redditi. Vi sono anche piani per una possibile sterlina digitale.
Attualmente il Canada tratta gli asset digitali come titoli, mentre gli Stati Uniti stanno tentando di applicare le normative finanziarie esistenti anche alle criptovalute, con l’obiettivo di varare leggi apposite nei prossimi mesi.
Sebbene lo status giuridico degli asset digitali e le norme che li riguardano varino da Paese a Paese, il G7 spera di assumere un ruolo guida nella formulazione di standard globali.
A livello internazionale, lo scorso ottobre la Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato una serie di raccomandazioni per la definizione di un quadro normativo sulle criptovalute, in cui si afferma che gli asset digitali dovrebbero essere soggetti anche alle normative per le attività bancarie commerciali.
E mentre la FSB prevede di annunciare la versione finale del quadro di riferimento nel luglio di quest’anno, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato a febbraio un documento programmatico che delinea gli elementi chiave che ogni Paese deve prendere in considerazione nello sviluppo di regole complete e coordinate a seguito della diffusione delle criptovalute.
Tra le linee guida, i direttori dell’FMI concordano sul fatto che alle criptovalute non dovrebbe essere concesso lo status di valuta ufficiale o di moneta a corso legale.
Secondo i funzionari, che hanno parlato in condizione di anonimato, le questioni legate agli asset digitali saranno probabilmente all’ordine del giorno anche nella prossima riunione del Gruppo delle 20 maggiori economie del mondo – collettivamente noto come G20 – che si terrà a Washington a metà aprile.