Nella giornata di ieri – martedì 1° agosto – l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha rilevato una serie di attacchi hacker di tipo DDoS(Distributed Denial of Service) contro cinque banche italiane, tra cui MpS e Intesa San Paolo. Non risulta però che gli attacchi abbiano intaccato l’integrità dei sistemi.

Dietro agli attacchi potrebbe esserci il noto gruppo NoName

Secondo quanto riportato dai media nelle ultime ore, il noto gruppo di hacktivisti filorussi conosciuto con il nome di NoName (per esteso NoName057) avrebbe rivendicato gli attacchi hacker ai danni di diversi soggetti istituzionali nazionali.

In base a quanto emerso, tra gli obiettivi ci sono anche i siti di cinque banche italiane, ossia Fineco Bank, Banca popolare di Sondrio, Bper Banca, MpS e Intesa San Paolo.

I soggetti interessati dagli attacchi DDoS di questi giorni, in particolare le aziende di trasporto pubblico, le banche e gli enti finanziari, sono stati prontamente avvisati insieme alle autorità competenti come parte di una metodologia di contrasto e prevenzione ormai consolidata.

La conferma che dietro questi attacchi potrebbe esserci il gruppo filorusso NoName è arrivata nella tarda serata di ieri, quando è stato condiviso un post che commenta le informazioni diffuse dalla stampa italiana e riporta l’immagine di un orso, una sorta di firma dell’organizzazione criminale russa.

L’agenzia italiana per la cybersecurity sta facendo un ottimo lavoro! 🤦 ♂️😂 Abbiamo attaccato cinque banche italiane, i loro clienti sono impazziti e hanno scritto sui social network che i servizi e le applicazioni non funzionano, così come quelle delle organizzazioni finanziarie. Gli esperti informatici locali hanno finto di essere flessibili e di mentire apertamente ai loro connazionali! 😈”

NoName è un gruppo di hacktivisti filorusso in attività dal marzo 2022 e responsabile di attacchi contro diverse realtà e infrastrutture italiane, come quelli che hanno preso di mira il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il sito dei Carabinieri e l’infrastruttura online su cui poggia il sistema della Carta di Identità Elettronica.

In una nota, l’Agenzia per la Cybersicurezza parla di attacchi a carattere “dimostrativo“, che non hanno “intaccato l’integrità e la confidenzialità delle informazioni e dei sistemi interessati“.

Il modus operandi è quello tipico dei DDoS (Distributed Denial of Service), con l’obiettivo di rendere inaccessibili o inutilizzabili piattaforme e servizi in quei Paesi ritenuti nemici della Russia, poiché schierati al fianco dell’Ucraina nel conflitto in corso.

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