Le scorte di petrolio stanno iniziando a diminuire in alcune regioni poiché la domanda continua a superare l’offerta, limitata dai profondi tagli alla produzione da parte del leader dell’OPEC, l’Arabia Saudita, fornendo supporto ai prezzi che dovrebbero aumentare nei prossimi mesi.

Secondo le ultime dichiarazioni di alcuni analisti di JP Morgan, le scorte di petrolio – che comprendono il greggio e i prodotti combustibili – ora giocano un ruolo cruciale nel determinare i prezzi rispetto al dollaro statunitense, perché le sanzioni occidentali alla Russia hanno favorito il commercio dell’oro nero in altre valute.

Ci aspettiamo che le scorte si riducano in modo relativamente aggressivo nel mese di luglio ed entro la fine di agosto dovremmo aver superato l’accumulo di scorte che abbiamo visto nella prima metà dell’anno“, ha dichiarato Christopher Haines, analista di Energy Aspects, prima di aggiungere: “Siamo sul punto di una stretta dell’offerta. I tagli sauditi stanno essenzialmente accelerando i tempi“.

Sia l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) prevedono che quest’anno la domanda di petrolio supererà l’offerta, portando a una riduzione complessiva delle scorte tra i 400.000 e i 500.000 barili al giorno (bpd), perlopiù nella seconda metà dell’anno.

Sebbene le scorte globali di petrolio siano aumentate a maggio, raggiungendo il massimo da settembre 2021, secondo l’AIE a causa di un incremento sostanziale della domanda nei Paesi non OCSE, si stanno registrando segnali di scarsità soprattutto negli Stati Uniti.

Il calo delle scorte è stato finora disomogeneo dal punto di vista geografico, con diminuzioni negli USA e in Europa, compensate da aumenti in Cina e Giappone.

Questi cali sono stati orientati più verso i carburanti che verso il greggio, sebbene l’offerta di greggio acido, che di solito ha un prezzo inferiore a quello del greggio dolce, si sia ridotta a causa dei tagli introdotti dall’OPEC e dai suoi alleati.

Sembra che i tagli volontari annunciati da otto paesi OPEC+ in aprile, più l’ulteriore taglio unilaterale saudita di 1 milione di bpd iniziato a luglio, stiano avendo l’effetto desiderato, con i barili acidi che diventano più scarsi“, hanno spiegato gli analisti di JP Morgan.

Secondo la banca, il calo delle scorte è dovuto in parte al fatto che le raffinerie sono in difficoltà nel soddisfare la crescente domanda estiva, nel periodo dell’anno in cui le persone optano per l’auto o gli aerei per viaggiare, oltre che alla riduzione delle esportazioni di petrolio russo in questo mese.

L’istituto prevede che i prezzi di riferimento del Brent, che questa settimana hanno toccato un massimo di tre mesi a 84 dollari al barile, salgano a 86 dollari bpd entro la fine del terzo trimestre, prima di diminuire nel quarto trimestre quando le scorte ricominceranno a crescere.

Nel frattempo, UBS ha dichiarato di aspettarsi un aumento a 85-90 dollari al barile nei prossimi mesi.

Le scorte di greggio presso l’hub di stoccaggio di Cushing, in Oklahoma, sono diminuite di 2,9 milioni barili nella settimana del 14 luglio, il calo più marcato da più di un anno e mezzo secondo l’Energy Information Administration (EIA) statunitense, e si sono ridotte di altri 2,6 milioni di barili la settimana successiva, lasciandole ben al di sotto della media quinquennale.

Per quanto riguarda i carburanti, i dati della società di consulenza FGE Energy sui principali hub negli Stati Uniti, nel Nord Europa, in Giappone, a Singapore e a Fujairah negli Emirati Arabi Uniti, mostrano che le scorte complessive si sono ridotte in modo aggressivo fino a questo mese, sia a terra che in mare.

Anche le scorte settimanali di gasolio, jet fuel e olio combustibile nelle cinque regioni sono attualmente al di sotto delle loro medie quinquennali.

Secondo i dati dell’EIA, le scorte di benzina statunitensi, pari a 217,6 milioni di barili, sono al livello più basso dal 2015 e in calo del 5% (circa 5 milioni di barili) rispetto alla precedente media stagionale decennale.

Grande accumulo di greggio in Asia

Secondo la società di analisi satellitare Kayrros, i grandi accumuli di greggio in Cina e Giappone hanno finora compensato il calo nel Golfo mediorientale, il che significa che non c’è ancora alcun segno di una riduzione globale delle scorte di petrolio onshore.

Infatti, i dati della società mostrano che le scorte di greggio nella settimana del 20 luglio hanno raggiunto un massimo di due anni, con l’aggiunta di 200 milioni di barili nei depositi a livello mondiale dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022.

La maggior parte dei guadagni è andata quindi alla Cina, che ha aggiunto 700.000 bpd dalla metà di aprile, importandone gran parte da Russia, Iran e Venezuela a prezzo scontato.

Anche le sue scorte di gasolio sono aumentate notevolmente nel periodo novembre 2022-febbraio 2023 e da allora sono rimaste a livelli elevati.

Nel frattempo, anche le riserve di greggio in Giappone sono aumentate di 25 milioni di barili (pari all’8% circa) da aprile, raggiungendo il livello più alto degli ultimi due anni.

La situazione nel Golfo Meridionale

Secondo le stime di Macquarie, quest’anno le scorte di greggio nella regione del Golfo del Medio Oriente e del Nord Africa sono diminuite complessivamente di 5 milioni di barili, anche se i membri dell’OPEC nella regione ne abbiano prelevati 10 milioni.

Credo che i barili iraniani, sia galleggianti che onshore, abbiano attraversato diverse zone dell’Asia… per poi finire in Cina“, ha affermato Vikas Dwivedi, analista di Macquarie, parlando dei motivi che potrebbero aver determinato il prelievo.

Come JP Morgan, Dwivedi ritiene che le scorte di greggio scenderanno nelle prossime settimane prima di ricominciare a crescere nel quarto trimestre, quando le raffinerie rallenteranno la produzione e l’aumento dei prezzi del petrolio spingerà alcuni membri dell’OPEC+ ad aumentare la loro quota di produzione per massimizzare le entrate.

Siamo ottimisti in questo momento. È la prima volta che siamo rialzisti da molto, molto tempo. Per circa 18 mesi siamo stati ribassisti“, ha aggiunto.

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