Secondo le ultime indagini della BCE, che durante la riunione di ieri – giovedì 27 luglio – ha aumento di altri 25 punti base i tassi di interesse, nel secondo trimestre dell’anno la domanda di prestiti da parte delle imprese dell’Eurozona è scesa del 42%, dopo il -38% registrato nel trimestre precedente, toccando il minimo storico dall’inizio del 2003.
Questo crollo è dovuto all’ennesima stretta monetaria decisa dall’istituto di Francoforte, che ha portato a un’ulteriore inasprimento degli standard di credito in tutte le categorie di prestiti, sia per le imprese che per le famiglie.
Il calo è stato più ampio sui prestiti a lungo termine (-46%), mentre la domanda di prestiti a breve termine è diminuita in misura minore (-22%), avvicinandosi al minimo storico della crisi finanziaria globale del 2008.
In calo anche le richieste di mutui
Oltre ai prestiti, le banche hanno segnalato una flessione netta anche della domanda di mutui, seppur in misura inferiore rispetto al forte calo registrato nei due trimestri precedenti.
Anche in questo caso, il crollo della domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni è dovuto all’aumento dei tassi di interesse, a cui si aggiungono l’indebolimento delle prospettive del mercato immobiliare e la scarsa fiducia dei consumatori.
Le ultime rivelazione dell’indagine trimestrale della Bce indicano che nel secondo trimestre 2023 la richiesta di mutui è diminuita del 47%, dopo il -72% e il-74% rispettivamente del primo e del quarto trimestre 2022.
Sebbene tra aprile e giugno gli standard di credito per i prestiti alle imprese siano diventati più restrittivi in tutti e quattro i maggiori Paesi dell’Eurozona, gli standard di credito per i mutui e altri prestiti alle famiglie si sono inaspriti più in Germania, Francia e Spagna, rimanendo sostanzialmente invariati in Italia.
Le prospettive per il prossimo trimestre
Per il terzo trimestre 2023, le banche prevedono un’ulteriore flessione netta della domanda di prestiti alle imprese, anche se in percentuale inferiore rispetto al secondo trimestre.
Inoltre, tra luglio e settembre si prevede un’ulteriore ma lieve calo anche della domanda di mutui per l’edilizia abitativa e un crollo netto della domanda di credito al consumo.
Infine, nella seconda metà del 2023 le banche dell’Area Euro prevedono un ulteriore, ma più contenuto, inasprimento netto degli standard di credito e dei termini e condizioni per i prestiti alle imprese in tutti i principali settori di attività economica.
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