Durante la riunione di giovedì 27 luglio, la Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato i tassi di interesse di altri 25 punti base, dopo l’analoga decisione della Fed statunitense.
In conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha però lasciato una porta aperta sulla possibilità di una pausa nella strategia restrittiva della BCE nella prossima riunione di settembre.
Ieri, intanto, c’è stata la nuova stretta monetaria della Federal Reserve che, dopo la pausa di giugno, ha alzato i tassi di 25 punti base, portandoli in un range tra 5,25 e 5,5%, il massimo dal 2001. Tuttavia, gli investitori sperano che la Banca centrale americana sia ormai prossima ad arrestare gli aumenti.
Tornando alla BCE, nel documento ufficiale pubblicato dopo la decisione, l’Eutower ha nuovamente sottolineato che il pericolo inflazione non è sparito del tutto. Sebbene i prezzi si stiano raffreddando, quelli core sono ancora lontani dal target del 2%:
“L’inflazione scenderà ulteriormente nel resto dell’anno, ma rimarrà al di sopra dell’obiettivo per un periodo prolungato. Sebbene alcune misure mostrino segnali di allentamento, l’inflazione di fondo rimane complessivamente elevata“.
Per quanto non si possa escludere una pausa, sul prossimo futuro rimane ancora una folta nube di incertezza su cosa accadrà al costo del denaro. L’approccio della BCE rimane quello di decidere riunione per riunione in base ai dati economici e finanziari più recenti e alla valutazione della trasmissione della politica monetaria.
La stessa Lagarde ha insistito più volte su questo punto, lasciando aperte tutte le opzioni per la prossima riunione, quando saranno svelate anche le nuove proiezioni.
L’intenzione dei membri del Consiglio direttivo è stata proprio quella di non sbilanciarsi, ma di lasciarsi guidare esclusivamente dai parametri macroeconomici dei prossimi mesi, che restano l’unica guida per qualsiasi altra mossa.
In ogni caso, la nota diffusa al termine della riunione spiega che le decisioni future assicureranno che i tassi di interesse chiave della BCE saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a raggiungere un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine.
Interessante notare come Lagarde abbia sottolineato che la dichiarazione odierna ha omesso un riferimento ai tassi che devono essere portati a un livello che riduca l’inflazione abbastanza rapidamente, un cambiamento che potrebbe essere visto come un segnale che ulteriori aumenti non sono poi così scontati.
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