Secondo le stime preliminari dell’Istat – l’Istituto nazionale di statistica – a giugno l’inflazione in Italia si è fermata al +6,4% contro il +7,6% del mese precedente, una frenata decisa che lancia un segnale incoraggiante in un contesto di crescita economica complesso.

È la prima volta da maggio 2021 che l’aumento dei prezzi segna un rallentamento su base congiunturale, grazie soprattutto al calo dell’indice di crescita del costo dei beni energetici non regolamentati (da +20,3% a +8,4%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +13,2% a +11,5%), dei servizi relativi ai trasporti (da +5,6% a +4,7%) e degli energetici regolamentati (da -28,5% a -29,0%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra un ulteriore calo da +6% a +5,6%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che è passata da +6,2% a +5,8%.

Anche i prezzi dei prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona scendono in termini tendenziali (da +11,2% a +10,5%), come anche quelli dei beni ad alta frequenza d’acquisto (da +7,1% a +5,7%).

L’IPC su base mensile ha registrato una variazione nulla, pari allo 0,0% come da attese e rispetto al precedente aumento dello 0,3%.

Si tratta di dati sicuramente positivi se rapportati al +10,7% dello scorso gennaio, ma che però non bastano ancora all’Italia per scendere sotto la media europea del 5,5%.

Secondo l’ultima stima flash dell’Eurostat – l’Ufficio statistico dell’Unione europea – a giugno il tasso annuo di inflazione nell’Eurozona è sceso al 5,5% dal 6,1% di maggio. A guidare la classifica è la Slovacchia, con un indice dei prezzi all’11,3%, seguita da Estonia al 9% e Croazia all’8,3%, ma a preoccupare la BCE è soprattutto la situazione della Germania.

L’economia trainante dell’Eurozona non solo ha registrato un’inflazione in aumento (6,8% contro il 6,3% del mese precedente), ma anche un PIL in calo dello 0,3% nei primi tre mesi dell’anno, che lancia un ulteriore allarme recessione.

Un risultato che preoccupa in un contesto economico globale segnato da un rallentamento della crescita economica, influenzata non solo dalle dinamiche inflattive ma anche dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. Situazione confermata anche dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che al G20 in India ha invitato alla “prudenza” e ad adottare un “approccio bilanciato” sulle politiche monetarie, ricordando l’importanza di interventi mirati per “proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione“.

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