Come parte della sua strategia digitale, l’UE intende regolamentare l’intelligenza artificiale (IA) al fine di garantire migliori condizioni per lo sviluppo e l’uso di questa innovativa tecnologia.

Nell’aprile 2021, la Commissione europea ha proposto il primo quadro normativo dell’UE sull’IA, oggi conosciuto con il nome di Artificial Intelligence Act (AI Act), secondo cui i sistemi di intelligenza artificiale utilizzabili in diverse applicazioni devono essere analizzati e classificati in base al rischio che rappresentano per gli utenti. I diversi livelli di rischio comporteranno una maggiore o minore regolamentazione. Una volta approvate, queste saranno le prime regole al mondo sull’IA.

Lo scorso 14 giugno, il Parlamento europeo ha dato il via libera all’AI Act, che regolerà l’Intelligenza Artificiale nel rispetto dei diritti e dei valori dell’Unione Europea.

Tuttavia, secondo una lettera aperta firmata da oltre 160 dirigenti di aziende che vanno da Renault a Meta Platforms (META), la proposta di legge europea sull’IA metterebbe a rischio la competitività e la sovranità tecnologica dell’Europa.

L’avvertimento arriva dopo che il mese scorso i legislatori dell’UE hanno approvato una bozze di norme in base alle quali i sistemi come ChatGPT dovranno rivelare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale, aiutare a distinguere le cosiddette immagini deep-fake da quelle reali e offrire garanzie contro i contenuti illegali.

Dal lancio di ChatGPT a novembre dello scorso anno, sono state pubblicate diverse lettere aperte che chiedono una regolamentazione più astringente sull’IA, citando i potenziali rischi per la società e l’umanità.

Tra i firmatari delle lettere precedenti figurano Elon Musk, il CEO di OpenAI Sam Altman, Yoshua Bengio e Geoffrey Hinton, due dei tre cosiddetti “padrini dell’IA“.

Il terzo, Yann LeCun, che lavora presso Meta, ha firmato la lettera di venerdì che contesta il nuovo regolamento UE sull’IA. Tra gli altri firmatari figurano dirigenti di diverse aziende, come la società spagnola di telecomunicazioni Cellnex, la compagnia francese di software Mirakl e la banca d’investimento tedesca Berenberg.

Puntiamo principalmente alla versione del Parlamento europeo perché ha deciso di passare da un approccio basato sul rischio a un approccio basato sulla tecnologia, che non era presente nel testo iniziale“, ha dichiarato Cedric O, ex ministro francese del digitale e uno dei tre autori della lettera, insieme a Jeannette zu Fürstenberg, socio fondatore di La Famiglia VC, e René Obermann, presidente di Airbus.

Nella lettera si avverte che, in base alle nuove norme proposte dall’UE, tecnologie come l’IA generativa diventerebbero pesantemente regolamentate e le aziende che sviluppano tali sistemi si troverebbero ad affrontare costi di conformità elevati e rischi di responsabilità sproporzionati.

Di conseguenza, questa nuova regolamentazione potrebbe portare le aziende altamente innovative a spostare le proprie attività all’estero e gli investitori a ritirare i propri capitali dallo sviluppo dell’IA europea.

Nel frattempo, il Ceo di OpenAI Sam Altman, che a maggio aveva minacciato di ritirare ChatGPT dall’Europa se fosse diventato troppo difficile rispettare le prossime leggi dell’IA Act, ha poi fatto marcia indietro e ha dichiarato che l’azienda non ha intenzione di lasciare l’UE.

Sono convinto che non abbiano letto attentamente il testo, ma che abbiano piuttosto reagito allo sforzo di alcuni che hanno un interesse personale in questo argomento“, ha dichiarato Dragos Tudora, che ha collaborato alla stesura delle proposte dell’UE.

I suggerimenti formulati nella lettera sono già presenti nella bozza di legge, ha precisato.

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