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Facebook perde traffico dopo la modifica dell’algoritmo

Dopo che Facebook ha cambiato di nuovo l’algoritmo per inseguire TikTok e recuperare la fiducia degli utenti, specialmente dei più giovani, diversi editori online hanno segnalato un forte calo del traffico verso i loro siti web, attribuendo il problema alla piattaforma di social media.

Secondo uno studio di SimilarWeb, una società che misura il traffico web, le visite al sito di Facebook sono passate da 8,5 miliardi a 6,6 miliardi al mese tra gennaio 2017 e ottobre 2019, registrando una flessione del 22%.

Questo significa che la piattaforma ha perso circa due miliardi di visite in meno di tre anni. Le ragioni di questo calo sono molteplici, ma una delle principali è il cambio di algoritmo che Facebook ha introdotto nel gennaio 2018.

L’obiettivo dell’azienda guidata da Mark Zuckerberg era quello di promuovere i contenuti personali degli amici e della famiglia rispetto a quelli delle pagine web e dei media, in modo da favorire le interazioni autentiche e contrastare al contempo la diffusione di fake news e contenuti nocivi.

Tuttavia, questi continui cambiamenti hanno avuto anche l’effetto di ridurre la visibilità e il coinvolgimento dei publisher che si affidavano a Facebook per raggiungere il loro pubblico.

Secondo un recente rapporto di Parse.ly, un’azienda di analisi dei dati, la quota di traffico proveniente dalla piattaforma per i siti dei media è scesa dal 40% nel gennaio 2017 al 26% nel gennaio 2018, per poi stabilizzarsi intorno al 20% nel 2019.

Tuttavia alcuni siti hanno registrato cali maggiori, con crolli anche fino al 60% del traffico da Facebook in appena un anno, mentre altri hanno cercato di adattarsi alla nuova realtà, diversificando le loro fonti di traffico e puntando su altre piattaforme come Google, YouTube o Instagram.

Meta ignora le richieste di commenti sulla modifica dell’algoritmo

Nonostante le numerose segnalazioni degli editori, Meta non ha risposto alle richieste dirette di commenti o spiegazioni.

Questa mancanza di trasparenza non è nuova per Facebook, che ha già preso decisioni impattanti senza consultare gli editori, come nel caso del “pivot to video” del 2015.

Inoltre, gli editori stanno notando che il nuovo algoritmo della piattaforma sembra amplificare notizie semplici e positive, sopprimendo al contempo contenuti controversi o legati alla politica.

In definitiva, i publisher chiedono una maggiore comunicazione e trasparenza da parte di Facebook e della sua società madre Meta Platform, poiché hanno difficoltà a pianificare strategie operative senza conoscere le tempistiche e la durata di queste modifiche.

Nel frattempo, l’Unione Europea ha introdotto l’obbligo per i siti di social media, gli app store e i negozi online di fornire informazioni sugli algoritmi utilizzati, con pesanti sanzioni in caso di mancata osservanza di tali regole.

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