Sebbene sia stato slittato a settembre il lancio di Merge, Vitalik Buterin ed il team di Ethereum hanno annunciato Grey Glacier, il nuovo hard fork di Ethereum che precede proprio Merge.
Quali saranno le conseguenze sulle previsioni di Ethereum? Vediamo quali sono gli obiettivi che il team di ETH punta a raggiungere con questo nuovo aggiornamento e in cosa consiste Grey Glacier.
Come reagirà il prezzo di Ehtereum a questa novità?
Si tratta di mesi particolarmente delicati per la creatura di Vitalik Buterin. Ethereum sta perdendo molto più terreno rispetto alle altre criptovalute e, soprattutto, rispetto a Bitcoin che torna ad alzare la testa.
Quali sono le motivazioni che spingono ETH verso prestazioni in rosso?
Secondo quanto riferito da molti analisti, la riduzione della fiducia degli investitori nei confronti di Ethereum è proprio frutto dei prossimi aggiornamenti che la seconda criptovalute per capitalizzazione di mercato dovrà affrontare nei prossimi mesi. Infatti, Merge dovrebbe arrivare a settembre portando un cambiamento epocale in ETH: il passaggio dal Proof of Work al Proof of Stake.
Il lancio di Merge, infatti, avrebbe dovuto esserci durante lo scorso giugno. Tuttavia, nonostante, l’ultimo incoraggiante test, si è voluto aspettare settembre per confermare il passaggio e modificare l’algoritmo di consenso. L’obiettivo, infatti, è quello di far passare Ethereum a un più sostenibile e scalabile sistema PoS.
Prima di Merge, però, Ethereum ha lanciato un hard fork, Grey Glacier, che ha iniziato ad essere operativo a partire dalle 6:54. Il feedback dato da Tim Beiko della Ethereum Foundation è positivo e l’hard fork sembra essere entrato in funzione senza causare problemi.
L’hard fork non è mai un passaggio banale perché consente di dividere in due la blockchain, costringendo tutti gli utenti a passare sulla nuova blockchain che ormai risulta abbandonata dagli sviluppatori.
Perché Grey Glacier?
Il comunicato rilasciato da parte di Ethereum è piuttosto chiaro. L’obiettivo di Grey Glacier è quello di prevenire la cosiddetta “difficulty bomb” e modificare i parametri della Ice Age, spingendola indietro di circa 700.000 blocchi (circa 100 giorni).
Si tratta proprio del tempo necessario prima che Ethereum cambi il suo sistema di consenso passando finalmente a un modello Proof of Stake.
La difficulty bomb a cui si fa riferimento nel comunicato è una situazione nella quale si forza in maniera graduale l’esecuzione di validazioni PoW, in maniera tale da spingere gli utenti ad abbracciare la transizione verso il Proof of Stake.
Pertanto, il nuovo aggiornamento sposta in avanti lo scoppio della bolla, proprio nel momento in cui ci sarà Merge. In questa maniera, gli utenti non dovrebbero già da adesso adeguarsi al sistema PoS (anche perché non ancora presente).
Molti si chiedono se nel momento in cui Merge si attiverà, tutti gli utenti saranno obbligati a utilizzare il sistema Proof of Stake, oppure, Ethereum lascerà la decisione ad ognuno di loro aspettando che ci sia un miglioramento generalizzato del mercato delle criptovalute.
In realtà, si tratta solamente di supposizioni perché non è detto che a settembre il mondo crypto non si sia già rialzato. Appuntamento quindi tra un paio di mesi per capire dove andrà a finire il prezzo di Ethereum!
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