Quando si tratta di prendere decisioni commerciali, Taylor Swift svolge fin troppo bene la sua due diligence.
Secondo il Financial Times, nel 2021 la superstar di Hollywood è stata contattata dall’ormai defunto exchenge crypto FTX per siglare un accordo di sponsorizzazione da 100 milioni di dollari che avrebbe comportato la vendita di biglietti in NFT ai suoi fan.
Tuttavia, la partnership non si è mai concretizzata.
Secondo quando dichiarato da Adam Moskowitz – uno degli avvocati a capo di un’azione legale collettiva delle celebrità contro l’exchange di Sam Bankman-Fried – durante un podcast di “The Scoop”, prima di concludere l’accordo la popstar ha posto una semplice domanda ai rappresentanti di FTX.
“Potete dirmi che questi non sono titoli non registrati?“, avrebbe chiesto Taylor Swift.
Secondo il sito web dello studio legale, la causa intentata da Moskowitz punta all’ottenimento di oltre 5 miliardi di dollari di danni. Tuttavia, la difesa sostiene che i promotori di alto profilo di FTX non si sono documentati adeguatamente sull’exchange prima di aderire “all’offerta e alla vendita di titoli non registrati sotto forma di conti fruttiferi (YBA)“.
“Taylor Swift è stata una delle poche celebrità a mettere in discussione l’operato della società“, ha affermato Moskowitz nel podcast, “Pertanto, non è stata citata nella causa“.
In che modo gli investitori possono riconoscere le potenziali truffe?
In una denuncia di dicembre, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha affermato che il token nativo di FTX – FTT – rientra nella definizione di titolo dell’agenzia perché è stato offerto e venduto come contratto di investimento.
Per determinare se una criptovaluta o qualsiasi altro strumento finanziario è da considerarsi un contratto di investimento, la SEC utilizza il “test di Howey”, che comprende i seguenti criteri:
- C’è un investimento di denaro;
- in un’impresa comune;
- in cui l’investitore si aspetta un profitto;
- il profitto deriva esclusivamente dagli sforzi degli altri.
È contro la legge federale che una società offra o venda titoli, a meno che l’offerta non sia stata registrata presso la SEC o vi sia un’esenzione alla registrazione.
Sebbene molte aziende raccolgano fondi dagli investitori attraverso offerte non registrate, i truffatori possono anche usarle per compiere frodi e truffe, avverte la SEC.
I trader privati o inesperti possono riconoscere le offerte non registrate, proprio come Taylor Swift, facendo attenzione a una serie di segnali indicati dalla stessa Securities and Exchange Commission.
1. Affermazioni di alti rendimenti con pochi o nessun rischio
Un classico campanello d’allarme è la promessa di alti guadagni con un rischio minimo o nullo, segnala la SEC. Tutti gli investimenti comportano sempre un certo grado di rischio e, in genere, a rendimenti più elevati corrisponde un rischio maggiore. Pertanto, l’autorità consiglia di essere scettici nei confronti di qualsiasi investimento che dichiari di avere un rischio basso o pari a zero.
2. Professionisti non registrati
La SEC consiglia di verificare sempre se la persona che cerca di proporvi un investimento sia correttamente registrata e abilitata a farlo, anche se la conoscete.
Potete verificare il background, le qualifiche e la registrazione di un professionista degli investimenti attraverso il sito web Investment Adviser Public Disclosure o il sito web BrokerCheck della Financial Industry Regulatory Authority (FINRA).
3. Problemi con i documenti di vendita
Se un venditore non fornisce per iscritto alcuna informazione su un potenziale investimento, probabilmente dovreste evitarlo. Secondo la SEC, un’offerta privata legittima viene generalmente descritta in un memorandum di collocamento privato (PPM).
Tuttavia, anche se vi vengono forniti dei documenti, fate attenzione a eventuali refusi o ad altri errori che potrebbero indicare che un potenziale investimento potrebbe essere una truffa.
Inoltre, è possibile verificare lo stato della licenza o della registrazione di un individuo o di una società inviando una richiesta alla SEC, segnalando un problema relativo al proprio investimento o chiedendo un parere su una possibile frode finanziaria sul suo sito web.