Oggi il regolamento europeo sulle cripto-attività, conosciuto come MiCA (Market in Crypto Asset), è stato approvato dal Parlamento europeo, con 529 voti favorevoli, 29 contrari e 14 astenuti. Ora manca solo approvazione del Consiglio e la la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.
Si tratta di una novità di grande importanza, poiché colma un vuoto legislativo e osteggia l’arbitraggio normativo in materia di asset digitali in Europa.
Il testo, concordato provvisoriamente dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio nel giugno 2022, mira a garantire la tracciabilità dei trasferimenti di cripto-asset per poter bloccare le transazioni sospette, come succede con qualsiasi altra operazione finanziaria.
Nonostante l’approvazione, ci sono però alcuni aspetti che lasciano perplessi gli addetti ai lavori. Il primo è il fatto che Bitcoin (BTC) non rientri direttamente nel regolamento, poiché manca di un emittente; mentre il secondo riguarda l’entrata in vigore della normativa tra 18 mesi, un periodo considerato troppo lungo.
Ma cosa prevede esattamente il regolamento?
Sostanzialmente il MiCA – che dovrebbe essere approvato entro fine 2023 – proteggerà i consumatori da alcuni dei rischi connessi agli investimenti in cripto-attività e li aiuterà a evitare le frodi.
Con queste nuove norme, i fornitori di servizi per le cripto-attività dovranno rispettare requisiti rigorosi per proteggere i portafogli dei propri clienti e diventeranno responsabili in caso di perdita dei fondi degli investitori.
Inoltre, con l’entrata in vigore del MiCA le condizioni di emissione dei token da parte di un emittente (che dovrà essere autorizzato) diventeranno più rigide. In particolare, il regolamento prevede che per tutte le tipologie di token venga reso disponibile un whitepaper, ossia un documento di carattere informativo che dia all’investitore alcune informazioni di grande rilevanza sull’asset.
Questo whiteaper, che di fatto diventa una sorta di prospetto informativo, dovrà includere alcuni dettagli specifici, tra cui il nome dell’emittente, una descrizione del progetto, le caratteristiche dell’offerta al pubblico e i rischi legati alla cripto-attività.
In questo modo gli investitori potranno essere maggiormente informati non soltanto sui benefici che investire in un certo asset può portare, ma anche sui potenziali pericoli, che spesso vengono nascosti.
Oltre ai whitepaper, gli Asset referenced token (ART) dovranno disporre anche di un’autorizzazione generale fornita dall’autorità competente, che potrà anche revocarla.
Questa autorizzazione dovrà contenere al suo interno informazioni rilevanti quali lo statuto dell’emittente, il suo modello di business, di governance, i suoi sistemi di controllo e di cybersecurity.
L’emittente dovrà inoltre disporre di riserve proprie che serviranno come garanzia della struttura patrimoniale di chi emette l’asset.
Il MiCA, infine, darà all’Esma nuovi poteri di intervento, simili a quelli che avemmo nel 2018 con la MiFIR (regolamento sui mercati degli strumenti finanziari).