Martedì (11 aprile) il diplomatico giapponese Masato Kanda ha dichiarato che nel prossimo incontro del G7 i leader di Giappone, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia, Germania e Italia prenderanno in considerazione il modo migliore per aiutare i Paesi in via di sviluppo a introdurre le valute digitali delle banche centrali (CBDC), in linea con gli standard internazionali appropriati.

L’argomento sarà tra i temi chiave delle discussioni del G7, che quest’anno sarà presieduto dal Giappone, come parte degli sforzi per affrontare le sfide della comunità globale legate alla rapida evoluzione della tecnologia digitale, ha detto Kanda, vice ministro delle Finanze per gli Affari Internazionali, durante un seminario a Washington.

Dobbiamo affrontare i rischi derivanti dallo sviluppo dei CBDC garantendo fattori quali un’adeguata trasparenza e una solida governance. Come priorità di quest’anno, il G7 valuterà il modo migliore per aiutare i Paesi in via di sviluppo a introdurre CBDC coerenti con gli standard appropriati, compreso il principio di politica pubblica del G7 per i CBDC al dettaglio”, ha dichiarato.

Al di fuori del G7, la Cina ha cominciato a sperimentare l’adozione di una moneta digitale di Stato già nel 2019, mentre le banche centrali del Gruppo dei Sette hanno stabilito standard comuni per l’emissione di CBDC.

Kanda ha affermato che la rapida innovazione della tecnologia digitale offre diversi vantaggi ma anche nuove sfide come la sicurezza informatica, la diffusione della disinformazione, le divisioni sociali e politiche e il rischio di destabilizzare i mercati finanziari.

Il crollo dell’exchange cripto FTX, avvenuto lo scorso anno, “è stato un serio campanello d’allarme” per i responsabili politici, che hanno dovuto creare una regolamentazione a livello transfrontaliero.

Per quanto riguarda gli asset crittografici, ci sono opinioni un po’ divergenti tra i vari Paesi. Ma il consenso è sicuramente sulla necessità di una maggiore regolamentazione, soprattutto dopo il collasso di FTX”, ha aggiunto Kanda.

Tra i membri del G7, il Giappone ha già una normativa sulle criptovalute, mentre il quadro normativo dell’Unione Europea (MiCA) entrerà in vigore nel 2024. Anche il Regno Unito sta gradualmente sviluppando nuove leggi in materia, con la recente introduzione di una categoria speciale di crypto-asset nei moduli per la dichiarazione dei redditi. Vi sono anche piani per una possibile sterlina digitale.

Attualmente il Canada tratta gli asset digitali come titoli, mentre gli Stati Uniti stanno tentando di applicare le normative finanziarie esistenti anche alle criptovalute, con l’obiettivo di varare leggi apposite nei prossimi mesi.

Sebbene lo status giuridico degli asset digitali e le norme che li riguardano varino da Paese a Paese, il G7 punta ad assumere un ruolo guida nella formulazione di standard globali.

Un’altra priorità delle discussioni del G7 di quest’anno sarà quella di affrontare le vulnerabilità del debito di alcuni Paesi a medio reddito. Alla domanda su quali potrebbero essere i risultati dei colloqui sul debito di questa settimana, Kanda ha risposto che potrebbe essere “un po’ difficile” vedere risultati concreti per Paesi come Zambia, Ghana ed Etiopia.