Il gigante dello streaming Neflix (NFLX) ha registrato una certa trazione nel suo abbonamento economico ad-supported (con le pubblicità) e, dopo un inizio lento, avrebbe raggiunto 1 milione di abbonati.

Secondo i dati della società di ricerca Antenna, a gennaio quasi un quinto dei nuovi abbonati ha scelto il livello ad-supported per il costo più economico rispetto a quello non supportato dalle pubblicità.

Il gigante dello streaming ha lanciato questo nuovo piano di abbonamento nel novembre dello scorso anno. Si è trattato di una svolta epocale per Netflix, che ha sempre sostenuto lo streaming senza pubblicità. Tuttavia, dopo aver perso abbonati nella prima metà del 2022, ha cambiato la sua posizione, offrendo il nuovo abbonamento ad-supported a 6,99 dollari negli Stati Uniti, un prezzo di gran lunga più conveniente rispetto agli altri piani.

Non stiamo assistendo, come ci aspettavamo, a un passaggio da piani di abbonamento ad alto costo come Premium al nostro piano con gli annunci pubblicitari” – ha affermato l’azienda – “Quindi, tutti i punti di avanzamento iniziali rimangono molto positivi“.

L’abbonamento ad-supported di Netflix raggiunge 1 milione di abbonati

Per Netflix il pacchetto di abbonamento ad-supported e il giro di vite sulla condivisione delle password sono due dei principali fattori di crescita. Tra il picco di pressione del mercato, l’aumento della concorrenza e il rallentamento macroeconomico, il gigante dello streaming ha adottato diverse misure per aumentare i ricavi e ridurre i costi.

Il raggiungimento di 1 milione di abbonati per il piano supportato dagli annunci pubblicitari è sicuramente una pietra miliare per l’azienda, che in precedenza si era vista costretta a rimborsare alcuni inserzionisti per non aver raggiunto gli obiettivi di audience prestabiliti.

Detto questo, il numero dei nuovi abbonati rappresenta solamente una piccola parte dei quasi 74 milioni di utenti che Netflix ha negli Stati Uniti. A livello globale, alla fine del 2022 aveva 231 milioni di abbonati paganti, mentre Disney+ ne aveva appena 161,8 milioni.

Come Netflix, anche Disney ha lanciato il livello ad-supported l’anno scorso. Sotto la guida di Bob Iger, che ha assunto la carica di amministratore delegato a novembre, Disney sta lavorando a un piano di trasformazione per aumentare la redditività.

La guerra dello streaming si intensifica

La guerra dello streaming si è intensificata con l’ingresso nel settore di diverse società di media tradizionali. Tuttavia, a parte Netflix, gli altri operatori stanno lottando per registrare profitti.

Ad esempio, l’attività DTC (direct-to-consumer) di Disney, che ospita il segmento dello streaming, ha registrato una perdita operativa di 1,05 miliardi di dollari nel trimestre di dicembre. Al contrario, Netflix ha registrato un utile operativo di 750 milioni di dollari nello stesso periodo e ha iniziato a dare un giro di vite sulla condivisione delle password per ridurre il numero di persone che utilizzano un singolo account a un solo nucleo familiare.

L’azienda ha riconosciuto che questo piano per bloccare la condivisione delle password non sarà “universalmente impopolare“, ma ha anche aggiunto:

Vedremo un po’ di reazioni di disdetta a questo provvedimento, ma lo consideriamo simile a quelle che vediamo quando aumentiamo i prezzi. Quindi, per un certo periodo di tempo, avremo un aumento del churn rate“.

Detto questo, con l’inasprirsi della guerra dello streaming, le aziende stanno cercando un modo per mantenere intatta la loro crescita, proteggendo al contempo i margini di guadagno. Ed è qui che entra in gioco l’abbonamento ad-supported adottato dalle aziende di streaming, che possono così aggiungere acquirenti sensibili al prezzo senza subire un colpo significativo nei loro profitti.