L’iniezione da 30 miliardi di dollari per First Republic Bank ha attenuato i timori del mercato su un imminente collasso del settore bancario, ma il crollo delle azioni del travagliato istituto di credito statunitense nelle contrattazioni after-hours ha mostrato che gli investitori sono ancora preoccupati.

Le grandi banche USA hanno immesso i fondi nella banca con sede a San Francisco ieri, intervenendo per salvare l’istituto di credito coinvolto in una crisi che si sta allargando, innescata dal fallimento di altre due banche Usa di medie dimensioni la scorsa settimana.

L’accordo è stato messo a punto da mediatori di altissimo calibro, tra cui la segretaria del Tesoro statunitense Janet Yellen, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell e il Ceo di JPMorgan Chase Jamie Dimon, che hanno discusso il pacchetto questa settimana, secondo una fonte a conoscenza della situazione.

Il pacchetto è arrivato meno di un giorno dopo che la banca svizzera Credit Suisse ha ottenuto un prestito d’emergenza della banca centrale fino a 54 miliardi di dollari per rafforzare la propria liquidità.

Questi accordi hanno contribuito a riportare la calma sui mercati globali ieri e oggi, dopo una settimana tormentata per i titoli bancari.

Tuttavia, nonostante First Republic abbia chiuso in rialzo del 10% alla notizia del salvataggio, il titolo è sceso del 18% nelle contrattazioni after-hours dopo che la banca ha detto che sospenderà il dividendo e ha reso nota la sua posizione di cassa e la quantità di liquidità di emergenza di cui ha bisogno.

Secondo gli analisti, le autorità sembrano desiderose di affrontare rapidamente i rischi sistemici, ma temono che l’eventualità di una crisi bancaria sia tutt’altro che superata.

Le preoccupazioni intorno a Credit Suisse

L’ultracentenario istituto di credito svizzero Credit Suisse, che ha diverse filiali al di fuori della Svizzera e gestisce il trading di hedge fund, è la prima grande banca globale a ricevere un’ancora di salvataggio dalla crisi finanziaria del 2008.

I suoi problemi hanno sollevato seri dubbi sulla capacità delle banche centrali di sostenere la loro lotta contro l’inflazione con aumenti aggressivi dei tassi di interesse.

Il rapido aumento dei tassi di interesse in tutto il mondo ha reso più difficile per alcune aziende rimborsare o rimborsare i prestiti, aumentando le possibilità di perdite per gli istituti di credito già preoccupati per una recessione.

Gli analisti di JP Morgan hanno affermato che il prestito non sarebbe sufficiente a placare le preoccupazioni degli investitori e darebbe invece a Credit Suisse il tempo di portare a termine la sua ristrutturazione.

Le preoccupazioni per Credit Suisse si aggiungono a una più ampia preoccupazione nel settore bancario innescata dal crollo la scorsa settimana di due istituti di credito statunitensi, la banca della Silicon Valley e la Signature Bank.